Olio extravergine di oliva: perché riesce a prevenire il cancro al colon

0
Olio extravergine di oliva: perché riesce a prevenire il cancro al colon

Che l’olio extravergine d’oliva fosse un alimento importante per ridurre l’incidenza di numerose neoplasie era stato suggerito, negli ultimi anni, da varie ricerche sperimentali.

Non erano però ancora chiari i meccanismi alla base di quest’azione ‘benefica’ dell’antico derivato della spremitura di olive, protagonista della dieta dei popoli mediterranei da più di 60 secoli. Uno studio condotto da Mauro Maccarrone, docente di Biochimica presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma, e da Claudio D’Addario, ricercatore in Biologia Molecolare presso l’Università degli Studi di Teramo, ha rivelato ora, su basi scientificamente fondate, il meccanismo grazie al quale il cosiddetto ‘oro giallo’ riduce il rischio di sviluppare il cancro del colon.

La ricerca, appena pubblicata sulla rivista internazionale Journal of Nutritional Biochemistry, mostra come l’olio extravergine di oliva sia in grado di aumentare l’espressione del gene oncosoppressore CNR1. Quest’ultimo, a sua volta, esprime un recettore molto importante per la salute del nostro organismo, perché è in grado di regolare i meccanismi all’origine delle alterazioni dei geni sensibili ai fattori ambientali, come la dieta.

I dati ottenuti dai ricercatori certificano, dunque, che adeguate quantità di olio extravergine d’oliva nell’alimentazione, possibilmente arricchita con altri ’nutraceutici’, ovvero cibi con particolari proprietà benefiche, siano importanti per ridurre le alterazioni genetiche legate allo stile alimentare. “ll nostro studio – sottolinea Maccarrone – rafforza la fiducia nel fatto che una dieta appropriata possa aiutare a prevenire i tumori, ma anche altre patologie diffuse, come i disturbi neurologici, l’obesità e il diabete. I risultati hanno profonde implicazioni anche per l’impostazione di studi futuri. Dimostrano infatti che i cambiamenti epigenetici, ovvero quelli derivanti da fattori ambientali e, dunque, dall’alimentazione, sono potenzialmente reversibili”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *