Cellule staminali contro il morbo di Parkinson
Nuovo passo avanti nell’uso delle cellule staminali contro il morbo di Parkinson: è stata infatti sperimentata con successo nei topi una nuova terapia che permette di recuperare le capacità motorie attraverso il trapianto di neuroni ottenuti da cellule staminali embrionali umane.
Il risultato, che apre la strada a futuri test clinici sull’uomo, è pubblicato su Cell Stem Cell dal gruppo di ricerca di Malin Parmar dell’Università svedese di Lund, membro dei consorzi europei NeuroStemcell e NeuroStemcellRepair coordinati da Elena Cattaneo dell’Università degli Studi di Milano. I ricercatori sono riusciti a trasformare cellule staminali embrionali umane in neuroni capaci di rimpiazzare quelli distrutti dal morbo di Parkinson.
Una volta trapiantati nei topi malati, i neuroni hanno cominciato a produrre il neurotrasmettitore dopamina, riportandone i livelli nella norma nel giro di cinque mesi. Le cellule nervose trapiantate sono riuscite perfino a connettersi con i neuroni del tessuto ospite attraverso una fitta rete di ramificazioni che raggiungevano le aree cerebrali bersaglio.
Questo ha permesso ai topi malati di recuperare in pieno le loro capacità motorie. ”La conquista di Malin Parmar nel modello di Parkinson rivela anche aspetti importanti per noi che a Milano lavoriamo sull’Huntington”, commenta la ricercatrice e senatrice a vita Elena Cattaneo, a capo dei due consorzi di ricerca europei che mirano a studiare le possibilità della medicina rigenerativa per il Parkinson e l’Huntington, altra grave malattia neurodegenerativa. ”Questi consorzi accelerano i percorsi di studio in tante direzioni. L’Unione europea ha cambiato il modo di fare ricerca nei nostri laboratori – continua Cattaneo – abbattendo i confini tra le nazioni, sollecitando sinergie e collaborazioni, promuovendo la mobilità dei giovani e lo scambio di materiali, cellule, idee affinchè siano verificabili da altri colleghi”