Dentista express: low cost, low time. E a pagare è la qualità
Il 21% degli italiani ha cambiato il dentista sulla base delle tariffe, ma si finisce per risparmiare non solo sui materiali, ma anche sul tempo dedicato a ciascun paziente.
Dr. Turco (dentista): “Nel nostro lavoro la fretta è la peggior consigliera. E’ possibile risparmiare sul materiale o sul proprio compenso, ma il tempo dedicato ad ogni paziente non è negoziabile”
Apparentemente il dentista diventa sempre più low cost. Coupon per visite odontoiatriche scontate anche fino all’80%, pulizie dei denti a poche decine di euro, catene di studi dentistici che offrono prezzi ben al di sotto della media del settore. Una scelta, quella della scontistica selvaggia, che può sembrare quasi obbligata visti i tempi difficili, per rispondere alle esigenze di sempre più persone in difficoltà. Solo il 34% degli italiani, infatti, dichiara di andare regolarmente dal dentista per visite periodiche, mentre il 38% ammette di averlo consultato solo in seguito ad un problema.
Sembra, però, che, nella maggior parte dei casi, non sia il prezzo ad influenzare la scelta del dentista, ma i pareri delle persone care. La maggior parte degli italiani (55%) preferisce lasciarsi guidare dai consigli di amici e parenti, o affidarsi al dentista di famiglia (26%). Il 21% degli intervistati, però, ammette di essere stato costretto a cambiare odontoiatra per ragioni economiche. Di fronte a tariffe eccessivamente inferiori alla media, bisogna, però, fare molta attenzione. Se, infatti, è possibile risparmiare un poco sul materiale utilizzato, magari comprandolo in quantità maggiori consociandosi con altri studi, non è plausibile economizzare sul tempo dedicato ad ogni trattamento. L’Andi – Associazione Italiana Dentisti Italiani ha pubblicato un documento dal titolo Nomenclatore e Tariffario, redatto sulla base di un questionario inviato ad oltre 600 studi dentistici. Da queste risposte, è stato stilato una sorta di listino prezzi, nel quale si indica il range tariffario per ogni prestazione odontoiatrica ed ortodontica, ma anche il tempo medio che ognuna di queste richiede per ottenere un risultato qualitativamente soddisfacente.
“La fretta è sicuramente la peggior consigliera per chi fa il nostro lavoro, e non si può ridurre tutto ad una maggiore o minore velocità dello specialista perché esistono tempi obbligati dettati dalle leggi della fisica. – Ha commentato il dottor Marco Turco, dentista e responsabile dei programmi di cura dei centri Samadent. – Ad esempio, secondo il documento ANDI, nel caso di un intervento di otturazione in materiale composito estetico (che coinvolge tre superfici contigue del dente), tra i più frequenti, il tempo minimo indicato è di 45 minuti, a fronte di un costo compreso tra i 120,00 e i 180,00 euro. Anche se ci sono piccolissime differenze di costo tra i migliori materiali compositi esistenti (gli altri nemmeno li prendo in considerazione), forse in parte si potrà risparmiare sui materiali acquistando in grandi quantità, in parte sarà possibile ridurre il proprio compenso orario, ma i 45 minuti assolutamente non sono negoziabili. Infatti questo intervento viene effettuato pulendo attentamente con frese la cavità creata dalla carie e riempiendola con piccoli strati di materiale composito, che dovrà poi essere fotopolimerizzato, “fondendosi” con il dente. Strati troppo spessi non polimerizzano bene e quindi non si induriscono. L’operazione va, poi, ripetuta più volte, strato dopo strato e avendo alla fine l’accortezza di modellare il composito in modo da rendere l’otturazione perfettamente integrata nella struttura del dente, praticamente invisibile ad occhio nudo e quindi perfettamente ermetica. Se la si effettua in meno tempo e con meno cura, non si lascia il tempo al composito di indurirsi per foto polimerizzazione e non si ha il tempo di modellare e rendere ermetica l’otturazione che potrà quindi essere meno resistente e infiltrarsi (far entrare sostanze e batteri). Un’operazione “express” fatta in poco tempo avrà quindi certamente una durata minore. Si ha solo l’impressione di risparmiare”.