Helicobacter pylori, potrebbe vanificare l’efficacia delle cure contro l’ipotiroidismo
L’Helicobacter pylori, il batterio responsabile delle gastrite e dell’ulcera gastrica in 25 milioni di italiani, potrebbe interferire con il trattamento dell’ipotiroidismo.
La levotiroxina, l’ormone sintetico della tiroide, risente infatti in modo rilevante dell’acidita’ gastrica e se questa e’ alterata dai farmaci impiegati per il trattamento di gastrite e H.P. si rischia di vanificare in parte la terapia. Questo e’ quanto emerso dal convegno “Novita’, dubbi e certezze in tema di terapia con L-tiroxina” che si e’ tenuto oggi a Torino.
“Si e’ osservato – ha detto Dino Vaira, professore ordinario di Medicina Interna all’Alma Mater Studiorum di Bologna – che i pazienti con ipotiroidismo e Helicobacter pylori che assumono farmaci inibitori della pompa protonica o i comuni antiacidi, dopo 2-6 mesi di terapia, mostrano una non perfetta compensazione tiroidea”.
Secondo gli studiosi, e’ molto importante che chi soffre di ipotiroidismo si sottoponga a uno screening per identificare l’eventuale presenza di un’infezione da Helicobacter pylori. Questo batterio puo’ essere eliminato nel 94 per cento dei casi con una terapia antibiotica della durata di 10 giorni. “La eradicazione di Helicobacter pylori – ha detto Ezio Ghigo, Direttore della Divisione Universitaria di Endocrinologia, Diabetologia e Metabolismo, Azienda Ospedaliera Universitaria Citta’ della Salute e della Scienza di Torino – porta a molti vantaggi: viene raggiunto piu’ facilmente il target terapeutico per l’ipotiroidismo, ovviamente scompaiono i sintomi di gastriti e ulcere e si evita la possibilita’ di sviluppare un cancro allo stomaco; senza contare che tutto cio’ porta ad un notevole risparmio in termini di costi diretti e indiretti per il Servizio Sanitario Nazionale”.