Anche in un carcere si tiene la Giornata Mondiale del Diabete
Nel carcere di Badu ‘e Carros a Nuoro saranno distribuiti materiali informativi e valutato il rischio di sviluppare il diabete. Una ‘prima’ assoluta nella storia di una delle manifestazioni più grandi del Volontariato nel campo della Salute.
La Giornata Mondiale del Diabete è un evento straordinario perché si tiene più o meno contemporaneamente il 15 e 16 novembre in circa 500 città d’Italia. Medici, infermieri e persone con diabete organizzano eventi nelle piazze misurando i fattori di rischio del diabete e offrendo informazioni.
Per la prima volta nella storia la Giornata Mondiale del Diabete si terrà anche in una Casa circondariale, un carcere insomma, per la precisione quello di Badu ‘e Carros a Nuoro.
«La quota di persone con diabete nelle carceri è probabilmente molto alta a causa della forzata sedentarietà e della valorizzazione del cibo che porta molti ad alimentarsi più del necessario», nota Alessia Prinzis, endocrinologa.
Recentemente l’assistenza sanitaria nelle carceri è passata dal Ministero di Giustizia a quello della Salute ed è in via di integrazione con le ASL. «E questa è un’occasione per estendere, adattandole ai carceri, le strategie di prevenzione e screening sulle popolazioni a rischio e i percorsi di prevenzione che fanno parte ormai della cultura e delle buone pratiche delle Asl e del Volontariato, fra queste la Giornata Mondiale del Diabete», afferma Alessia Prinzis.
«Questi percorsi di prevenzione in ambito carcerario hanno la possibilità di essere seguiti con più attenzione e dedizione di quanto accadrebbe nel mondo esterno», considera con ottimismo l’endocrinologa sarda, che – a partire dal 14 novembre Giornata Mondiale del Diabete – utilizzerà il materiale divulgativo e i questionari per la valutazione del rischio diabete preparati da Diabete Italia per la Giornata Mondiale del Diabete, nei suoi incontri con i circa 200 detenuti della casa circondariale che comprende una sezione a media sicurezza, una ad alta sicurezza e una sezione femminile.
L’iniziativa ha trovato subito l’adesione dello staff medico del carcere e della Direzione e rappresenta un primo contributo verso una strategia di gestione del diabete in ospedale.