L’importanza di diagnosi e trattamento precoci nelle malattie reumatiche. SIR presenta 5 nuovi progetti di ricerca in occasione del Congresso Nazionale congiunto SIR-CROI di Rimini.
Focus su alcune patologie considerate prioritarie: artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, artropatie da microcristalli, sclerosi sistemica e osteoartrosi.
Rimini, 26 Novembre 2014 – Le malattie reumatiche rappresentano la metà delle malattie croniche che colpiscono la popolazione al di sopra dei 65 anni e sono la prima causa di dolore e disabilità in Europa (fonte OMS). In Italia si stima che ne soffrano oltre 5 milioni di persone, con una maggiore prevalenza tra le donne, e che circa un quinto presenti le forme più disabilitanti e severe.
Se non adeguatamente diagnosticate e controllate, le malattie reumatiche comportano progressiva disabilità e perdita di autosufficienza con conseguente compromissione della qualità di vita ed elevati costi sociali ed economici.
Ormai da anni la Società Italiana di Reumatologia (SIR) è impegnata su questo fronte con campagne di sensibilizzazione, iniziative rivolte ai medici e progetti di ricerca scientifica volti a sottolineare l’importanza di una diagnosi precoce in questo ambito.
Ed è proprio a tale scopo che sono stati sviluppati 5 progetti paralleli su alcune malattie reumatiche identificate come prioritarie per i pazienti, i reumatologi e quindi anche per SIR: artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, artropatie da microcristalli, sclerosi sistemica e osteoartrosi. “Lo sviluppo di questi studi è stato affidato a responsabili di progetto di riconosciuta esperienza nel campo specifico – ha dichiarato il Professor Marco Matucci Cerinic, Professore Ordinario Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Università di Firenze, e Presidente uscente SIR – con il compito di ricorrere alle risorse già disponibili all’interno della nostra Società Scientifica (come gruppi di studio SIR, centro studi SIR, o particolari gruppi di esperti) per concepire, disegnare e realizzare i diversi progetti”.
In particolare, SIR ha recentemente promosso la ricerca clinica sulle malattie reumatiche nella fase precoce, riconfermandola, in occasione del Congresso Nazionale in corso a Rimini, tra le priorità dei prossimi anni.
I 5 progetti presentati dalla Società Italiana di Reumatologia sono:
Progetto MITRA – Methotrexate in Italian patients wiTh Rheumatoid Arthritis
Il progetto si propone di descrivere la realtà italiana relativa al trattamento iniziale dell’artrite reumatoide nella pratica clinica quotidiana, con particolare riferimento all’impiego di methotrexate. Le recenti linee guida EULAR, infatti, sottolineano l’importanza di una diagnosi e di un trattamento precoce dell’artrite reumatoide, identificando il methotrexate come farmaco àncora, non necessariamente in monoterapia. Il progetto coinvolgerà i pazienti con diagnosi di artrite reumatoide effettuata dal reumatologo che inizino un primo trattamento convenzionale con DMARDs (Disease-modifying antirheumatic drugs).
I responsabili del Progetto, Professore Roberto Caporali – Unità Complessa di Reumatologia, Università di Pavia, IRCCS Policlinico S.Matteo, Pavia, Professor Florenzo Iannone – Unità Operativa di Reumatologia, Università degli Studi di Bari – e Professoressa Elisa Gremese – Divisione Reumatologia Università Cattolica del Sacro Cuore , Roma, affermano: “La necessità di un progetto come MITRA deriva principalmente dal fatto che, nonostante i numerosi registri attivi a livello internazionale, i dati attualmente disponibili relativi al tempo che intercorre tra l’insorgenza dei sintomi, la diagnosi e l’inizio della terapia non sono organici e coerenti. Inoltre sono pochi e non facilmente interpretabili i dati relativi alla terapia con methotrexate (dosaggio iniziale, via di somministrazione, supplementazione folica) e mancanti, infine, le informazioni sull’applicazione del treat-to-target nella pratica clinica quotidiana”.
Progetto LIRE – Lupus Italian Registry
Il Progetto ha l’obiettivo di descrivere le caratteristiche socio-demografiche, cliniche e sierologiche dei pazienti affetti da LES (Lupus Eritematoso Sistemico) in Italia, in trattamento farmacologico con la terapia tradizionale e/o con farmaci biologici, valutando così efficacia e sicurezza delle terapie attualmente in uso.
In questi ultimi anni, i registri hanno suscitato un notevole interesse, perché favoriscono la valutazione dell’impatto dei nuovi farmaci impiegati nella “real life”. L’estrema rigidità dei criteri di inclusione ed esclusione e dei protocolli terapeutici impiegati negli studi randomizzati controllati (RCT) non consente, infatti, di valutare in modo completo l’effetto di un farmaco utilizzato nella pratica clinica quotidiana e quindi in soggetti non selezionati e trattati per periodi più lunghi rispetto al periodo dello studio.
Affermano i responsabili del progetto, Professore Gian Domenico Sebastiani – Unità Operativa Complessa di Reumatologia, Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma, Professor Andrea Doria – Unità Operativa Complessa di Reumatologia, Dipartimento di Medicina-DIMED, Università di Padova e Professor Fabrizio Conti – Cattedra di Reumatologia, Università La Sapienza, Roma “Un registro, se realizzato in modo adeguato, può fornire dati molto utili per completare le informazioni che derivano dagli studi clinici, per questi motivi la SIR ha proposto di istituire un registro italiano multicentrico dei pazienti affetti da LES, al quale possano accedere tutti i centri reumatologici e non reumatologici con esperienza nel trattamento di questi pazienti”.
Progetto ATTACk – Assessing of The diagnosis and TreAtment of Crystal-induced arthritis
Il progetto si propone di valutare l’appropriatezza delle fasi diagnostiche e terapeutiche della gestione dei pazienti con gotta e artrite da pirofosfato di calcio (CPP).
Le artriti da microcristalli (AMC) gotta e artropatia da pirofosfato di calcio (CPP) si riscontrano frequentemente nella popolazione generale. Importanti studi epidemiologici internazionali hanno dimostrato come le artriti da microcristalli (AMC) siano le artropatie infiammatorie più frequenti nella popolazione adulta, in particolare di sesso maschile, e siano in crescente aumento, soprattutto in quella di sesso femminile. Nonostante ciò, le AMC sono spesso misdiagnosticate e trattate in modo inappropriato con un impatto sostanziale sulla qualità della vita dei pazienti ed sull’esposizione a rischio di eventi avversi.
“Esiste quindi l’urgenza di definire, diffondere ed applicare le conoscenze in tema di diagnosi e trattamento della gotta e delle altre artriti da microcristalli – afferma il Professore Leonardo Punzi, Unità Operativa Complessa di Reumatologia Dipartimento di Medicina DIMED, Azienda Ospedaliera-Università di Padova e Responsabile del Progetto – in modo da poter fornire alla ricerca clinica gli strumenti per sviluppare nuove strategie terapeutiche e nuovi farmaci per la gestione di queste malattie. Il disegno dello studio ATTACK consente di tracciare il percorso del paziente analizzando la fase diagnostica iniziale, la scelta terapeutica dell’attacco acuto e la gestione a lungo termine, identificando criticità di percorso e studiando fattori prognostici ed efficacia dei farmaci nella pratica clinica”.
Progetto SPRING – Systemic sclerosis Progression INvestiGation
Il Progetto vuole descrivere le caratteristiche cliniche, laboratoristiche e strumentali dei pazienti affetti da sclerosi sistemica (SSc), afferenti a centri ospedaliero-universitari e territoriali dedicati alla diagnosi e cura della malattia, con lo scopo di identificarne i principali fattori clinico-prognostici, a partire dalle fasi iniziali pre-sclerodermiche alla malattia conclamata, con più o meno grave interessamento cutaneo e viscerale.
La SSc è una malattia ad eziologia multifattoriale in gran parte ancora sconosciuta la cui incidenza e prevalenza in Italia non sono state sufficientemente indagate, così come l’espressione clinica e l’evoluzione che si presentano con un quadro estremamente variabile. Dal punto di vista terapeutico la SSc rappresenta una delle malattie reumatiche più difficilmente trattabili con una prognosi particolarmente severa. Precisano i responsabili del progetto, Professore Clodoveo Ferri, Cattedra di Reumatologia Università di Modena e Reggio Emilia e Professore Marco Matucci Cerinic – Cattedra di Reumatologia Università di Firenze “La diagnosi precoce di sclerosi sistemica può risultare decisiva ai fini della qualità di vita dei pazienti e della sopravvivenza. Al momento però non è disponibile un registro che raccolga i dati dei pazienti italiani affetti da questa malattia. E’ in questo contesto che si inserisce il Progetto SPRING, nel quale la valutazione prospettica dei pazienti potrà consentire di meglio descrivere la storia naturale della sclerodermia, dalle fasi più precoci a quelle conclamante e con interessamento d’organo, ed identificare i fattori di rischio di evoluzione della malattia”.
Progetto ESORT – Early symptomatic Osteoarthiris RegisTer
Il Progetto è stato attivato con l’intento di studiare la storia naturale della malattia fin dalle fasi più precoci (pre-radiografiche) e i fattori di rischio di progressione, oltre che l’influenza dei fattori terapeutici sugli outcome a lungo termine di malattia (Fase Registro ESORT); e promuovere, disegnare, coordinare e condurre uno studio di coorte internazionale sull’Osteoartrite precoce (Studio ESORT).
L’artrosi (OA) è una delle principali cause di morbilità e disabilità e comporta elevati costi socio-economici a livello globale. Anche in Italia, l’OA è una malattia diffusa e invalidante che colpisce una sempre più ampia fascia della popolazione. L’OA si sviluppa in genere nel corso di decenni, offrendo una lunga finestra di tempo per condizionarne potenzialmente la storia naturale. Con l’aumento dell’obesità e dell’età della popolazione è atteso in Italia un incremento della morbilità e dei costi attribuibili a OA.
Per una diagnosi e strategie di trattamento precoci nella Osteartrosi (OA) abbiamo bisogno di definire e riconoscere gli stati iniziali sintomatici della patologia. “I dati di letteratura in questo campo sono estremamente scarsi e non esiste al momento una definizione di osteoartrosi in fase precoce, per cui non è possibile studiare le primissime fasi di malattia se non come soggetti a rischio di sviluppare fasi tardive – conclude il Alberto Migliore, dell’Ospedale S. Pietro di Roma, Responsabile del Progetto – L’originalità del programma ESORT si articola intorno allo studio delle fasi precoci di malattia, caratterizzate da lievi e iniziali sintomi, ma ancora suscettibili di essere arrestate da un potenziale intervento farmacologico e si articola in diverse fasi di cui il registro ESORT rappresenta la fase 2 del programma di ricerca”.