Obesità: il palloncino per la riduzione del peso, e l’utilizzo anche sui bambini
Prima sperimentazione al mondo del dispositivo gastrico in pediatria. L’ospedale Bambin Gesù di Roma ha testato il sistema su 10 ragazzi tra i 9 e i 17 anni.
Dieci casi destinati a fare storia. Per la prima volta al mondo sono stati impiantati con successo nello stomaco di alcuni bambini fortemente obesi dei dispositivi intragastrici -una variante del noto palloncino- capaci di portare a risultati eccellenti là dove dieta e attività fisica non hanno avuto successo. Accade a Roma, all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. A darne notizia è il professor Valerio Nobili, Primario dell’Unita Operativa Complessa di Malattie Epatometaboliche. Gli straordinari risultati sono valsi la pubblicazione sulla rivista Pediatrics Obesity, la più prestigiosa del settore.
Chili di troppo
«L’obesità pediatrica -spiega Nobili- negli ultimi anni ha raggiunto proporzioni epidemiche. Purtroppo oggi, già in tenera età, non è poi così raro riscontrare complicanze metaboliche quali insulino-resistenza, diabete mellito tipo 2, dislipidemia, ipertensione arteriosa ed epatopatia steatosica». Un quadro clinico risolvibile, il più delle volte, con un deciso intervento sulla dieta e con l’attività fisica. Purtroppo però non sempre i risultati, anche con impegno e costanza, sono soddisfacenti.
Come intervenire
Una delle strategie più diffuse utilizzate per i casi che non rispondono -almeno negli adulti- è rappresentata dalla chirurgia bariatrica, un insieme di tecniche che prevedono la modificazione del tratto digerente finalizzata ad assorbire meno quantità di cibo. Pur essendo una valida alternativa terapeutica, come già dimostrato in età adulta, la sua invasività e il rischio di complicanze ne limitano fortemente l’utilizzo in età pediatrica. Ecco perché, lo studio di possibili alternative, rappresenta oggi la priorità nel trattamento di questi bambini.
«Negli ultimi anni -continua il professore- sono stati sviluppati dei dispositivi intragastrici mini-invasivi. Uno di essi è BIB, il palloncino intragrastrico che serve a indurre un senso di sazietà precoce. Pur essendo un valido rimedio, uno degli effetti collaterali che ne limita l’utilizzo nei bambini è la possibile rottura». Recentemente laFood and Drug Administration ha approvato l’utilizzo esclusivamente in età adulta di un nuovo dispositivo intragastrico di ultima generazione, Obalon Intragastric Balloon (OGB), un’evoluzione del precedente BIB. L’idea di utilizzarlo nei bambini si è concretizzata quando Nobili, nel suo ufficio, ha visto letteralmente saltare sopra il dispositivo il rappresentante dell’azienda produttrice, un uomo di due metri d’altezza e 130 chilogrammi di peso. «Un’immagine che fa sorridere -spiega l’esperto- ma che mi ha fatto rendere conto dell’indistruttibilità del materiale». Scelto per l’expertise e il prestigio, con l’avallo del comitato etico, l’Ospedale Bambino Gesù ha deciso di sperimentare il dispositivo su 10 bambini.
L’esperimento
Tutti i piccoli arruolati erano già stati sottoposti in passato a molteplici tentativi dietetici risultati fallimentari con conseguenti difficoltà gestionali, da parte della famiglia, dell’obesità del bambino e delle complicanze correlate. «In particolare -spiega Nobili- allo studio hanno partecipato bambini e adolescenti di età compresa trai 9 e 17 anni con obesità severa, ovvero con un indice di massa corporea oltre il valore di 35 e già con complicanze metaboliche importanti».
A tre mesi di distanza, come dimostrato nella pubblicazione su Pediatrics Obesity, i risultati sono stati straordinari: i bambini sottoposti all’OGB hanno ottenuto un significativo calo ponderale (-8 chilogrammi), una diminuzione del BMI (2 punti inferiore) e una netta riduzione della circonferenza vita (11 centimetri). Non solo, un grande miglioramento si è registrato anche per tutti quei parametri associati alla sindrome metabolica come il livello di transaminasi e di colesterolo. «Accanto a questi risultati davvero importanti ciò che mi preme sottolineare è anche l’aspetto psicologico. Questi ragazzi per la prima volta dopo tanti tentativi sono riusciti ad ottenere qualcosa. Questo è importantissimo per il prosieguo del percorso» precisa il professore. Ma non è tutto. Altro dato da non trascurare è quello relativo alla sicurezza: nessun effetto collaterale è stato registrato nei 10 ragazzi sottoposti all’esperimento.
Sviluppi futuri
Visti i risultati positivi ora il prossimo passo sarà quello di estendere la sperimentazione ai bambini di 6-7 anni che presentano i requisiti per intervenire. Attenzione però a non distorcere il messaggio: «il trattamento non è la soluzione per tutti i bambini con obesità severa. Dieta e attività fisica sono le prime due indicazioni da mettere in atto. Quando da sole non portano risultato allora è possibile intervenire. Fondamentale è farlo prima che il danno metabolico sia esteso. Il nostro studio dimostra che tali presidi mini-invasivi e temporanei, in associazione a programmi di modifica dello stile di vita, possono rappresentare uno strumento sicuro ed efficace nel trattamento iniziale dell’obesità severa»conclude Nobili.