XIII Giornata Mondiale BPCO (Bronco pneumopatia cronico ostruttiva)
- Un milione e 200mila Italiani colpiti dalla malattia
- Diagnosi precoce, costanza nell’assunzione delle terapie e mantenimento di una buona performance fisica alla base di una gestione efficace della BPCO (Bronco pneumopatia cronico ostruttiva)
Milano/Roma 19 novembre 2014. In occasione della XIII Giornata Mondiale BPCO (bronco pneumopatia cronico ostruttiva) il prossimo 19 novembre, l’Associazione Italiana Pazienti BPCO Onlus fa il punto sulla patologia, sostenendo l’opportunità di un lavoro sempre più integrato e sinergico tra associazioni, operatori sanitari e istituzioni.
Questa malattia colpisce 210 milioni di persone nel mondo ed è la terza causa di morte, dopo ictus e cardiopatia. Sebbene in Italia sia notevolmente sotto-diagnosticata, si stima che ne soffrano circa 1.200.000 persone oltre i 55 anni, circa il 6% della popolazione di cui circa 600.000 in ossigeno terapia.
La BPCO è caratterizzata da una limitazione del flusso aereo che si manifesta con un’ostruzione bronchiale progressiva e che conduce gradualmente ad una vera e propria “fame d’aria”. L’inquinamento atmosferico e domestico, insieme al fumo di tabacco, e l’esposizione professionale a sostanze irritanti (polveri, agenti chimici, fumi e vapori), rappresentano i principali fattori di rischio di questa patologia fortemente sotto diagnosticata: ben il 53% delle nuove diagnosi riguarda un grado severo della malattia.
“Effettuare una spirometria all’apparire di sintomi quali tosse, catarro, affaticamento e dispnea permetterebbe un’individuazione precoce della patologia con la possibilità di attuare dei trattamenti tempestivi, adeguati e personalizzati che possano intervenire sulla sua progressione con effetti immediati sulla quotidianità dei pazienti afferma Rosanna Franchi, Segretario dell’ASSOCIAZIONE ITALIANA PAZIENTI BPCO Onlus. “La BPCO è una patologia cronica, da tempo la nostra Associazione sta lavorando insieme agli operatori sanitari e alle istituzioni affinché venga quanto prima riconosciuta come malattia invalidante e quindi ricevere le prestazioni necessarie per migliorare e assicurare l’assistenza al malato cronico”.
Al ritardo della diagnosi si associa anche una sottovalutazione della malattia da parte degli operatori sanitari, che complica ulteriormente la gestione complessiva del paziente con ripercussioni importanti sulla qualità di vita e con riflessi anche in termini di costi socio-sanitari.
“Uno studio italiano del 20071 ha stimato costi sanitari per oltre 5 miliardi di euro con un’incidenza del 48% dei costi per i ricoveri ospedalieri. Afferma il Professore Paolo D’Argenio, medico di sanità pubblica, già vice-direttore della Prevenzione presso il Ministero della Salute “Oltre al sistema sanitario, è importante considerare l’impatto sul sistema produttivo danneggiato dalle assenze dal lavoro che la disabilità dovuta alla BPCO comporta, nonché dal pensionamento anticipato e dai decessi prematuri e. Infine non dobbiamo dimenticare le conseguenze non monetizzabili, definite dagli economisti “costi immateriali o intangibili”, legate al dolore e alle sofferenze dell’individuo e dei suoi famigliari che impattano in modo preponderante sulla qualità di vita”.
Tra le cause della progressione della malattia c’è la sedentarietà legata ad un circolo vizioso che il malato innesca, limitando l’attività motoria per evitare di accusare affanno e favorendo in tal modo un peggioramento del suo quadro clinico. Per mantenere un’ adeguata performance fisica il ricorso ai farmaci broncodilatatori, terapia di riferimento per il trattamento della BPCO, è fondamentale. Le evidenze scientifiche disponibili hanno evidenziato che questi possono avere un impatto positivo sulla performance fisica. La piena responsabilizzazione del paziente e l’integrazione delle cure rappresentano quindi le strategie più efficaci per agire sulla diminuzione dei ricoveri ospedalieri dovuti al manifestarsi di riacutizzazioni.
“Il piano terapeutico deve avere come risultato, oltre al miglioramento della funzionalità polmonare, anche l’incremento dei giorni liberi dai sintomi” – sottolinea Pierluigi Paggiaro, Ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio, Università degli Studi di Pisa –. Centrare questo obiettivo è molto importante: significa trascorrere più giornate in cui è possibile svolgere esercizio fisico, migliorando il tono muscolare, potendo riprendere la vita sociale e uscire dall’isolamento. Le opzioni di cura, presto disponibili anche Italia, vanno in questa direzione.”
Attraverso la prevenzione dei fattori di rischio, la diagnosi precoce, la cura della malattia grazie all’accesso alle terapie e all’esercizio costante e una migliore e integrata collaborazione tra operatori sanitari, istituzioni, pazienti e Associazioni, si potrà migliorare la conoscenza e la consapevolezza della BPCO e assicurare una migliore gestione della patologia.
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2014 “Senzafiato…manonsoli”
Rif. Bibliografici