Depressione: è la prima causa delle assenze dal lavoro
Il male oscuro colpisce oggi 32 milioni di europei. Lo stress in ufficio spesso alla base del disturbo. Ora gli studiosi puntano sugli interventi psicologici più che sui farmaci
Due mondi tutt’altro che distinti, quello della depressione e dell’occupazione. E se, da un lato, lo stress aumenta il rischio di depressione, dall’altro proprio degli interventi mirati sul lavoro possono aiutare chi ne ha sofferto a tornare operativo. Lo stress è il secondo problema di salute legato all’attività lavorativa, secondo un sondaggio europeo dell’EU-OSHA, l’agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, che ha lanciato una campagna per promuovere la consapevolezza e la gestione proattiva dei rischi legati allo stress e a fattori psicosociali sul posto di lavoro.
Secondo il suo rapporto “Healthy workplaces manage stress”, l’80% delle aziende dichiara una certa preoccupazione per le ricadute sul personale, anche perché lo stress è una delle principali cause di perdita di giorni lavorativi (infografica). A fronte di ciò, meno del 30% ha messo però a punto specifici provvedimenti per gestire questo fenomeno che andrebbe invece affrontato con la stessa sistematicità riservata ad altre questioni relative alla salute e alla sicurezza sul lavoro.
Oltre ad influire sulle prestazioni e quindi sulla produttività quotidiana, secondo l’Agenzia, la depressione diverrà ben presto la principale causa di astensione dal lavoro per malattia in Europa. A soffrirne sono 32 milioni di persone in Europa. Questa la stima diffusa lo scorso novembre alla conferenza mondiale “The Global Crisis of Depression: the low of 21st century?”, organizzata a Londra dal settimanale The Economist.
Intervenire sul posto di lavoro
Proprio lì, in quel luogo di lavoro così spesso all’origine di stress e depressione, potrebbero essere messi in atto efficaci interventi di aiuto per favorire il rientro di chi ne ha sofferto. Lo afferma una revisione Cochrane realizzata da un gruppo di ricercatori finlandesi, olandesi e tedeschi. «La depressione è un grave problema che colpisce circa 300 milioni di persone nel mondo. I sintomi della depressione includono cattivo umore o perdita di interesse, accompagnati da senso di inadeguatezza e di disperazione o problemi di sonno. La condizione è tanto invalidante che l’assenza per malattia è comune nelle persone che ne sono affette» scrivono gli autori della meta-analisi, che hanno valutato gli interventi che possono aiutare i lavoratori depressi a riprendere le attività lavorative.
È emerso che modifiche nelle mansioni o l’introduzione di iniziative di orientamento e di coaching – comunque in aggiunta alle regolari cure – riducono le assenze per malattia in modo moderato. Nessuna evidenza, invece, di eventuali effetti sui congedi dovuti alla tipologia di farmaci assunti.Il messaggio conclusivo dei ricercatori riguarda la necessità di ulteriori studi su quello che l’OMS ha definito un problema di salute pubblica per meglio comprendere in che modo interventi diretti sul lavoro possano favorire il reinserimento.