Farmaco diuretico, il bumetanide aiuta la fase del cervello in cui si sviluppa la plasticità

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Un farmaco commercializzato per la sua azione diuretica, il bumetanide, e’ in grado di prolungare la fase in cui il cervello si sviluppa in modo plastico, agendo su un neurotrasmettitore, il GABA.

La scoperta nasce dalla collaborazione tra l’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova, l’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr) di Pisa e il Centro per la biologia integrata (Cibio) dell’Universita’ di Trento.  I risultati sono stati pubblicati su Nature Neuroscience. La ridotta plasticita’ cerebrale che caratterizza alcune patologie del sistema nervoso potrebbe in futuro essere trattata in modo farmacologico, allungando il ‘periodo critico’ dello sviluppo durante cui il cervello e’ particolarmente sensibile agli stimoli.

Focalizzandosi sullo sviluppo del sistema visivo, il gruppo di ricerca ha interferito con la trasmissione neuronale durante le prime fasi dello sviluppo, somministrando in modelli animali giovani il bumetanide. Il trattamento ha determinato un’estensione temporale del “periodo critico di plasticita’”, rendendo piu’ plastico il sistema visivo del cervello adulto senza alterarne la normale maturazione. “L’acido gamma-amino butirrico (GABA) – ha detto Matteo Caleo dell’In-Cnr, che ha coordinato lo studio – e’ un neurotrasmettitore che nel cervello in via di sviluppo ha una funzione eccitatoria, favorendo quindi la comunicazione tra le cellule nervose, mentre nel cervello adulto inibisce tale comunicazione.

In particolare, questa molecola regola la capacita’ del cervello di conformarsi in risposta agli stimoli provenienti dall’ambiente che ci circonda che viene definita ‘plasticita” e che con l’avanzare dell’eta’ si riduce”. Il gruppo di ricerca ha somministrato in modelli animali giovani il bumetanide, del quale era gia’ nota l’interazione con il neurotrasmettitore GABA. Il trattamento farmacologico ha determinato un’estensione temporale del ‘periodo critico’, rendendo piu’ plastico il sistema visivo del cervello adulto in un momento in cui normalmente non lo e’, senza alterarne la normale maturazione.

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