Allergeni: in quale quantità diventano mine contro la salute
Nuove regole per le indicazioni sulle etichette dei prodotti. Studiosi inglesi hanno calcolato la dose di alimento che può scatenare l’allergia i chi lo assume
Il 13 dicembre dello scorso anno è entrato ufficialmente in vigore il nuovo regolamento sulle etichette alimentari varato dall’Unione Europea. Una rivoluzione – le ultime indicazioni in materia risalivano a diversi anni fa- che renderà le etichette sempre più chiare e semplici da leggere. Tra le varie indicazioni vi è l’obbligatorietà di indicare con maggior chiarezza la presenza tra gli ingredienti di allergeni come cereali contenenti glutine, crostacei, arachidi e frutta a guscio. Non è però così raro che sulle etichette compaia anche la dicitura “può contenere tracce di” e l’elenco degli alimenti che possono essere venuti in contatto –a causa della condivisione della linea di produzione- con il prodotto in questione.
Da tempo gli scienziati dibattono su quali siano realmente le quantità di allergeni presenti in tracce in grado di scatenare una reazione immunitaria. Ora, grazie ad uno studio realizzato dall’Università di Manchester (Inghilterra) e pubblicato dalla rivista Journal of Allergy, Asthma and Clinical Immunology, sono state individuate nei principali alimenti le quantità minime capaci di scatenare una reazione nel 10% dei soggetti allergici. Secondo gli ultimi dati disponibili si calcola che al mondo quasi il 7% dei bambini e l’ 1-2% degli adulti soffra di allergie alimentari.
Come dichiara la professoressa Clare Mills, una delle autrici dello studio, «l’obbiettivo della nostra ricerca è sempre stato chiaro: individuare con precisione le quantità di allergeni capaci di scatenare un evento allergico. Un dato importante da conoscere per poterlo indicare a livello delle etichette alimentari».Per fare ciò gli scienziati inglesi hanno raccolto i dati provenienti da oltre 400 persone partecipanti a Euro Prevall, il progetto di monitoraggio delle allergie su base alimentare voluto dall’Unione Europea. In particolare i test hanno avuto come oggetto alimenti quali arachidi, nocciole, sedano, pesci e molluschi. Ai partecipanti, tutti allergici a questi cibi, sono state fornite piccole quantità dei prodotti con l’obbiettivo di valutare le reazioni allergiche.
Dalle analisi è emerso che quantità comprese tra 1.6 e 10.1 milligrammi di nocciole, arachidi e sedano sono in grado di scatenare una reazione nel 10% dei soggetti. Per il pesce invece questo valore raggiunge i 27,3 milligrammi. Dati importanti che, secondo quanto affermano gli scienziati, potrebbero aiutare le persone ad evitare o ridurre il consumo di alimenti che contengono tracce di allergeni.