Malattie parodontali nei soggetti diabetici: incidenza più alta e maggiori rischi di aggravarsi a causa dei batteri Gram-negativi

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samadentIn Italia oltre 3 milioni di persone soffrono di diabete, e rischiano di contrarre infezioni orali 2/3 volte di più, con un rischio di peggioramento del 37% 

I pazienti affetti da diabete mellito sono 2/3 volte più a rischio di contrarre una malattia parodontale infettiva, soprattutto nella fasi di ipoglicemia e iperglicemia, quando, cioè, la glicemia non è tenuta sotto controllo, e rischiano di veder peggiorare la malattia nel 37% dei casi, contro un’incidenza dell’11% tra la popolazione non diabetica.

In Italia i pazienti diabetici sono oltre 3 milioni, senza considerare un ulteriore milione di persone che ha il diabete ancora non diagnosticato. L’incidenza della mortalità è di circa 27.000 morti ogni anno e il costo di questa malattia è decisamente elevato, sia in termini economici, sia sociali.

Per questi pazienti, contrarre parodontiti può comportare l’insorgere di complicazioni anche gravi. Nelle lesioni parodontali, infatti, si trovano elevate concentrazioni di batteri patogeni Gram-negativi in grado di penetrare i capillari delle gengive ed entrare in circolo nell’organismo, dando origine a episodi di batteriemia ed immissione in circolo di tossine.

“I pazienti che soffrono di parodontite, hanno la tendenza a sviluppare stati infiammatori nell’intero organismo, riscontrabili anche a livello ematico, tendenza che vediamo accentuata in chi soffre di diabete. – Ha commentato il dottor Marco Turco, dentista responsabile dei programmi di cura dei centri Samadent. – Avere un’infiammazione elevata costante costituisce una fonte di stress insostenibile per il nostro organismo, che è come se si trovasse sempre al centro di una guerriglia, e da questa situazione possono nascere disturbi ben più gravi come malattie aterosclerotiche o, addirittura, si può rischiare un infarto miocardico. Noi dentisti da sempre consigliamo di sottoporsi regolarmente a visite di controllo dal proprio odontoiatra di fiducia, ma per quanto riguarda i pazienti diabetici, questo invito diventa ancora più importante.”

“Inserire un diabetico in un programma di controllo e cura dentale, può tradursi in una riduzione del costo delle cure del 20. – Prosegue il dottor Turco. – E’ opportuno, però, che lo specialista faccia delle domande mirate a conoscere lo stile di vita del paziente, il suo andamento glicemico, se hanno perso denti, se alcuni dondolano, se le gengive sono infiammate o si ritirano. Credo che sarebbe opportuno, nel momento stesso in cui il medico diagnostica la patologia, informare il paziente della correlazione tra diabete e malattie parodontali, e delle conseguenze che queste possono comportare”.

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