Con l’arrivo degli anticorpi monoclonali biosimilari si apre una nuova fase della terapia farmacologica in Italia
Roma, 16 febbraio 2015 – “Oggi si apre una nuova fase della terapia farmacologica in Italia, la fase in cui la punta di diamante della ricerca farmacologica e biotecnologica, i cosiddetti farmaci intelligenti, smettono di essere una risorsa da razionare e diventano un’opzione terapeutica praticabile per tutti i pazienti che possono trarne beneficio”. Questo il commento di Francesco Colantuoni, coordinatore di IBG, Italian Biosimilar Group (gruppo appartenente ad AssoGenerici), all’entrata in commercio in Italia del primo anticorpo monoclonale biosimilare.
Da oggi sono infatti disponibili Inflectra e Remsima biosimilari di Remicade (infliximab), un anticorpo anti-TNF alfa impiegato nel trattamento di malattie autoimmuni gravemente invalidanti quali l’artrite reumatoide, il morbo di Crohn, la colite ulcerosa, ed è il capostipite del trattamento biotecnologico di queste malattie.“In Italia sono già in commercio alcuni altri farmaci biosimilari impiegati in nefrologia, oncologia ed ematologia, e di recente ha ottenuto la autorizzazione alla commercializzazione da parte di EMA il biosimilare dell’insulina glargine” spiega il dottor Colantuoni. “Con l’arrivo dell’infliximab biosimilare, si apre la possibilità di ampliare l’accesso a terapie di costo elevato, evitando il rischio che pazienti possano essere esclusi da questa importante opzione terapeutica per scarsità di risorse”.
“Nella malattie autoimmuni esiste sempre una quota non trascurabile di pazienti che non rispondono al trattamento di prima linea, ma che potrebbero giovarsi di farmaci introdotti successivamente” prosegue il coordinatore dell’IBG. “Farmaci innovativi che, però, scontano costi ancora più elevati ed è evidente che, se non riusciamo a ridurre l’onere delle terapie consolidate, ben difficilmente si potranno rendere disponibili medicinali più adeguati al trattamento dei non responders. Oggi l’arrivo dell’infliximab biosimilare pone le condizioni per liberare risorse e remunerare adeguatamente l’innovazione”.“Nei prossimi 10 anni la progressiva introduzione nel nostro paese di farmaci biotecnologici biosimilari, a seguito della scadenza dei brevetti di riferimento, consentirà di mantenere elevati livelli di welfare e la qualità del nostro Servizio Sanitario Nazionale”, conclude Colantuoni.