Ebola: una pianta asiatica presenta sorprendenti proprietà per cura
Studio Usa: identificata una molecola in grado di contrastare la replicazione del virus
Un deciso passo avanti nella lotta all’Ebola, il pericoloso virus che nell’ultimo anno ha causato la morte di oltre 9 mila persone e la cui diffusione in alcune zone dell’Africa sembra tutt’altro che arginata.
Un team congiunto di ricercatori statunitensi e tedeschi ha identificato nell’estratto di una pianta asiatica la possibile soluzione per bloccare la replicazione del virus. I risultati dello studio sono stati pubblicati dalla rivista Science.
LE STRATEGIE PER COMBATTERE IL VIRUS
Per vincere il virus bisogna attaccarlo su più fronti. Da un lato è fondamentale la prevenzione, dall’altro lo sviluppo di terapie farmacologiche sempre più mirate. Se nel primo caso di passi da gigante se ne sono fatti, sul fronte cure non si può dire lo stesso. Ad oggi sono molte le strategie messe in atto per fermare il virus: terapie anti-virali, vaccini e trasfusioni sono le aree su cui gli scienziati stanno concentrando l’attenzione. Per stoppare il virus occorre però conoscere in maniera dettagliata come agisce a livello cellulare. Da tempo il gruppo di ricerca del professor Robert Davey, direttore del dipartimento di Immunologia e Virologia presso il Texas Biomedical Research Institute di San Antonio (Stati Uniti), sta studiando le singole mosse che il virus mette in atto per invadere e replicarsi all’interno dell’organismo.
COME AGISCE EBOLA?
I test effettuati in laboratorio hanno mostrato che Ebola, dopo essersi legato alla superficie delle cellule e successivamente penetrato all’interno di esse, interagisce con alcune particolari proteine della cellula che lo portano in quei comparti dove può agire indisturbato. In particolare ciò avviene grazie al legame con alcuni “canali” del calcio, proteine fondamentali nella comunicazione cellulare. Dei veri e propri pori sensibili alla presenza del virus. Un risultato fondamentale per capire dove indirizzare gli sforzi di ricerca.
L’ESTRATTO FERMA LA REPLICAZIONE DEL VIRUS
Partendo da questa evidenza il gruppo statunitense, supportato da scienziati dell’Università di Monaco e di Friburgo, ha provato a testare l’effetto di una molecola -che si sapeva agire su questi canali- per verificarne l’effetto in caso di infezione del virus. Il composto in questione prende il nome di tetrandrina, una molecola estratta da una pianta originaria dell’Asia, con proprietà anti-ipertensive. Dalle analisi effettuate in vitro è emerso che il farmaco in questione è in grado di fermare il virus, agendo sui canali come un segnale di “off”, prima che abbia la possibilità di interagire con i fattori cellulari. Risultato? Ciclo vitale di Ebola interrotto. Ma le novità non finiscono qui: testata in topo tetrandrina ha salvato molti animali infetti da morte certa. «Siamo cautamente ottimisti» dichiara Davey. Il passo successivo sarà ora quello di testare la sicurezza e l’efficacia in primati non umani.