Pillola dei 5 giorni dopo: l’italia fanalino di coda. la richiesta delle donne
Onda, come avviene nel resto d’Europa, auspica che anche il nostro Paese recepisca quanto stabilito da EMA, rimuovendo l’obbligo di prescrizione medica, poiché un accesso rapido al farmaco ne aumenta l’efficacia contraccettiva
Milano, 25 febbraio 2015 – Onda, l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna, chiede che venga recepita appieno la decisione dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) in base alla quale il farmaco per la contraccezione d’emergenza ulipristal acetato, più noto come “pillola dei 5 giorni dopo”, sia acquistabile senza ricetta medica.
Recentemente ci sono state diverse prese di posizione, affinché l’Italia non si unisca alla riforma europea. Onda auspica, invece, che si consenta alle donne italiane di avere gli stessi diritti delle europee, con la possibilità di accedere a questo presidio farmacologico senza ostacoli. Il nostro Paese resta tuttora l’unico in Europa dove, per ottenere il farmaco, è necessaria sia la prescrizione medica, sia l’effettuazione di un test di gravidanza.
Il Comitato di esperti europeo, dopo un lungo e approfondito percorso durato anni, ha stabilito che il farmaco è sicuro e affidabile e può essere tranquillamente gestito dalla professionalità del farmacista, come del resto già avviene per molti altri medicinali. L’esperienza negli altri Paesi europei, dove la contraccezione d’emergenza è già un presidio controllato dal farmacista, dimostra che un accesso facilitato non porta ad un suo uso incontrollato.
La letteratura scientifica, inoltre, rileva come l’accesso semplificato alla contraccezione d’emergenza non conduca a cambiamenti nelle abitudini sessuali o a comportamenti a rischio ma, viceversa, spinga la donna che l’ha utilizzata a un migliore e maggiore impiego della prevenzione primaria regolare, come la contraccezione ormonale o il profilattico.
“La contraccezione d’emergenza è l’ultimo baluardo per scongiurare il rischio di dover ricorrere a un’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) che, oltre a essere un’esperienza dolorosa per la donna, risulta un fallimento delle politiche di prevenzione e pianificazione della salute sessuale e riproduttiva”, afferma Francesca Merzagora, Presidente dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna.
“Occorre rimuovere gli ostacoli che rallentano inutilmente la contraccezione d’emergenza” – aggiunge Rossella Nappi, Professore associato di Clinica Ostetrica e Ginecologica, Policlinico S Matteo, Università degli Studi di Pavia – “poiché più è rapido l’accesso al farmaco, maggiore sarà la sua efficacia. Il nostro auspicio è che l’Italia recepisca quanto stabilito dall’EMA, rendendo disponibile il farmaco in questione senza obbligo di prescrizione, così come avviene nel resto d’Europa. I dati in letteratura ci riferiscono che anche nei Paesi occidentali, nonostante il diffuso ricorso a contraccettivi efficaci e ben tollerati, più di un terzo delle gravidanze risulta indesiderato e, purtroppo, circa la metà dei casi si concludono con il ricorso all’IVG. Poter offrire alla donna un’ultima possibilità per ridurre, non certo azzerare, questo rischio è pertanto essenziale. Cosi come risulta fondamentale attuare politiche pubbliche a favore di un’educazione alla contraccezione”.