Malattie del sangue: l’ail di pesaro porta l’ospedale a casa dei pazienti

0


logo_AILPrelievi, trasfusioni, antibiotico-terapie e diverse altre prestazioni erogate direttamente a casa del malato. Oggi, grazie al servizio di assistenza domiciliare dell’AIL di Pesaro, 80 pazienti onco-ematologici possono proseguire presso la propria abitazione il percorso terapeutico avviato al Centro di Ematologia dell’Ospedale Muraglia. Garantita la continuità delle cure, con diversi benefici sia per l’assistito, sia per il SSN.

Pesaro, 17 marzo 2015 – Una delle vie per uscire dall’impasse dei tagli in sanità senza compromissione del diritto alla salute, è il potenziamento dell’assistenza domiciliare e il superamento di un’impostazione che vede l’ospedale come unico luogo di cura del paziente. A questo proposito un esempio virtuoso è il servizio attivato dalla sezione di Pesaro dell’Associazione Italiana contro le Leucemie-Linfomi e Mielomi (AIL), che oggi porta a casa di circa 80 malati onco-ematologici, distribuiti su tutto il territorio della provincia, prestazioni ad alto contenuto medico-infermieristico. E i dati del 2014 testimoniano un’attività importante e in costante crescita: oltre 1.440 prelievi (erano 180 quando si è partiti 13 anni fa), 550 emotrasfusioni, più di 750 visite mediche e 840 accessi infermieristici.

“Molti pazienti possono essere seguiti presso la loro abitazione, in totale sicurezza e traendo diversi benefici”, evidenzia Salvatore Maviglia, Direttore del servizio di Assistenza Domiciliare dell’AIL di Pesaro. “Per il malato viene meno il disagio di doversi recare spesso in ospedale, con le relative difficoltà dei familiari che lo devono accompagnare. Lunghi periodi di cure, se svolte solo in regime di ricovero o Day Hospital, aumentano il senso di solitudine del paziente, oltre a gravare sui costi del SSN. Un degente affetto da Leucemia acuta in regime di ricovero ordinario (da 2 a 81 giorni) costa 26.000 euro; un Day Hospital per chemioterapia 431 euro e l’accesso a terapia di supporto 917 euro. La spesa sostenuta per un paziente ospedalizzato è circa tre volte quella dell’assistenza domiciliare, che costa in media dai 200 ai 300 euro, previene ricoveri e accessi impropri al Pronto Soccorso, contribuisce al turnover di posti letto e riduce il rischio di infezioni”.

“L’AIL, con il servizio di assistenza domiciliare, porta l’ospedale a casa dei malati – prosegue Maviglia – al fine di migliorarne la qualità di vita, alleviando il carico assistenziale dei familiari. Riusciamo a seguire pazienti con diverse malattie onco-ematologiche acute e croniche (Linfoma di Hodgkin, non  Hodgkin, Mieloma multiplo, Leucemia Linfoblastica acuta, Leucemia linfatica cronica, Mielofibrosi ecc). Oggi si possono eseguire a domicilio prestazioni di elevato contenuto medico-infermieristico, come trasfusioni di globuli rossi, piastrine, antibiotico-terapie per via endovenosa, terapia del dolore, gestione dei cateteri venosi centrali a medio-lungo termine (PICC), fluidoterapie, medicazioni, ecc”.

AIL opera di concerto con il centro di Ematologia dell’Ospedale Muraglia di Pesaro, che valuta quali sono i pazienti candidabili all’assistenza domiciliare. Il passaggio avviene nel segno della piena continuità del percorso di cura. “Oggi grazie all’aiuto di tutti (medici ospedalieri, medici di famiglia, infermieri) siamo riusciti a creare una rete assistenziale ospedale-territorio che garantisce al malato, presso la sua abitazione, un iter terapeutico sicuro. L’assistenza domiciliare richiede personale ben addestrato perché assistere un malato, anche grave, in ospedale non è come farlo presso la sua abitazione. Mentre nel primo caso si ha sempre qualche collega vicino, nel secondo siamo soli a valutare un’eventuale emergenza, che mette di fronte a decisioni repentine.

Anche il carico emotivo è diverso: quando si assiste un paziente nella sua casa è inevitabile entrare a far parte della sua vita. Col tempo si diventa un punto di riferimento e un sostegno per il malato e per i suoi familiari. Da questa esperienza traiamo molti insegnamenti che, giorno dopo giorno, ci arricchiscono professionalmente e umanamente; soprattutto quando ci troviamo di fronte alla dignità e al coraggio di chi è colpito da una delle malattie più dure, persino da quella in cui, purtroppo, non ci sono margini per un lieto fine
. L’assistenza domiciliare è ancora troppo poco diffusa in Italia. Pur avendo fatto dei progressi, c’è molta strada da fare. Ma per farla servono investimenti e tanta lungimiranza”.

“È doveroso ricordare – conclude Maviglia – che tale attività di assistenza domiciliare gratuita per i pazienti è sostenuta dall’AIL attraverso i generosi contributi di tutti i pesaresi e collaboratori sparsi nella provincia. A tutti loro un caloroso grazie. Un sentito ringraziamento va anche ai miei colleghi e agli infermieri che, dopo aver svolto la propria attività in reparto, si recano a case dei malati con il medesimo impegno e spirito di sacrificio, per portare un sorriso e una parola di conforto, oltre alla loro alta professionalità. Allo stesso modo ringrazio il Presidente dell’AIL Franca Giorgioni Muretto, il Segretario Provinciale AIL Ezio Trebbi, il Dott. Giuseppe Visani, Direttore U.O.C Ematologia, impegnati ogni giorno sul campo, e l’Azienda Ospedaliera ‘Ospedali Riuniti Marche Nord’, sempre sensibile alle problematiche dei malati onco-ematologici”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *