Presentati a Camposampiero due impianti di retina artificiale – Italia eccellenza mondiale per l’occhio Bionico, presente Luca Zaia
Ad eseguire gli interventi l’equipe del dr. Marzio Chizzolini
Due impianti di “occhio bionico” riusciti con successo
all’Ospedale di Camposampiero, in provincia di Padova.
Il futuro è già oggi a Camposampiero, primo ospedale non universitario in Italia ad aver impiantato con successo la protesi di retina artificiale meglio conosciuta come “occhio bionico” in due pazienti. Gli interventi sono stati effettuati il 24 e il 26 gennaio scorso. E’ stato molto importante seguire con accuratezza il periodo post operatorio che non ha riscontrato alcun problema. Protagonisti di questi interventi, il quattordicesimo e quindicesimo in Italia, il Dottor Marzio Chizzolini, Direttore dell’Unità Operativa complessa di Oculistica dell’Ospedale di Camposampiero (Ulss 15 Alta Padovana) e la sua equipe chirurgica tra cui è impegnato il dr. Francesco Parmeggiani dell’Università di Ferrara. Gli interventi sono stati eseguiti su un uomo ed una donna, rispettivamente di 65 e 51 anni, diventati ciechi a causa di una condizione ereditaria di retinite pigmentosa, una malattia rara ed ereditaria che causa una progressiva degenerazione delle cellule foto sensibili della retina, portando ad un significativo impoverimento visivo fino alla cecità.
Stamane proprio a Camposampiero si è svolta una conferenza stampa con presente anche il Presidente di Regione Veneto, Luca Zaia, il direttore generale dell’Ulss 15 Alta Padovana, Francesco Benazzi, il chirurgo e primario di oculistica, Marzio Chizzolini e la paziente signora Paola Mariotto. “Camposampiero, proprio grazie alla competenza dei medici di oculistica – sottolinea con orgoglio il direttore generale dell’Ulss 15 Alta Padovana, Francesco Benazzi – ha attivato negli anni scorsi un servizio ambulatoriale quale Centro di riferimento regionale per la retinite pigmentosa. Una competenza riconosciuta che è cresciuta arrivando ad ottenere questi risultati. Infatti, per la nostra Ulss, e direi per tutta la Regione Veneto c’è un grande orgoglio e la soddisfazione di aver visto dei pazienti ottenere simili benefici. La soddisfazione aumenta pensando che al fatto che in queste ore a Camposampiero abbiamo scritto delle pagine storiche della sanità non solo a livello nazionale.
I pazienti sui quali siamo intervenuti hanno perso definitivamente la vista circa una decina di anni fa. Aver dato loro la possibilità di rivedere la luce e di guadagnare dei preziosi punti percentuali di autonomia è qualcosa di straordinario che nemmeno le parole riescono a spiegare a dovere. E come sempre ogni successo di così grande portata ha alle spalle un lavoro di squadra che parte dalla sensibilità e volontà della Regione, riscontrate a vari livelli, per finire alla presenza nella nostra Ulss di professionalità che ci pongono nell’eccellenza”.
Questi interventi, fino a poco tempo fa considerati avveniristici, hanno riguardato l’impianto della protesi retinica Argus II. Si tratta di una protesi prodotta dell’azienda Second Sight Medical Products, con sede a Sylmar, in California, e uffici europei a Losanna, in Svizzera, approvata per l’impianto in pazienti non vedenti negli Stati Uniti (FDA) e in Unione Europea (Marchio CE) . Il Reparto Oculistico di Camposampiero è la prima struttura ospedaliera non universitaria in Italia ad ottenere l’accreditamento per eseguire l’impianto della protesi retinica. “Camposampiero come Colonia Manchester, Barcellona, Parigi Pisa/Firenze e Los Angeles – sottolinea Marzio Chizzolini, primario di Oculistica a Camposampiero – già un anno fa eravamo stati selezionati come centro per il Nord Italia da parte della Second Sight Medical Products, in seguito la Regione Veneto ha approvato uno studio sui pazienti affetti da Retinite Pigmentosa e divenuti ormai completamente ciechi.
Si tratta di pazienti che avendo visto possono interpretare i segnali luminosi che l’impianto produce stimolando elettricamente la retina. I primi risultati sono confortanti ed i pazienti hanno risposto positivamente alle prime stimolazioni degli elettrodi con la prima attivazione del sistema. Nelle prossime settimane la modulazione degli stimoli affinerà in modo sempre più personalizzato la “visione artificiale”. Siamo quindi andati a porre un sistema computerizzato e una matrice di 60 elettrodi sulla retina, in modo da fornire una stimolazione elettrica che i fotorecettori dei pazienti malati non sono più in grado di fornire. L’impianto consente ai pazienti completamente al buio, quindi non vedenti, di recepire una visione rudimentale. Quindi vedono oggetti, la forma dei propri cari, una porta o una finestra con il risultato di migliorare la loro autonomia”.
Il sistema di protesi retinica Argus II è stato concepito per fornire una visione a soggetti affetti da grave deficit visivo dovuto a degenerazione della retina esterna. E’ composto da una parte impiantata e da componenti esterni.
L’impianto è una protesi epiretinica comprendente un ricevitore, componenti elettronici ed una matrice di elettrodi che vengono posizionati chirurgicamente all’interno ed attorno all’occhio.
La matrice viene fissata alla retina in corrispondenza della macula con un chiodino retinico. I componenti esterni comprendono un paio di occhiali, una unita’ di elaborazione video (VPU) ed un cavo.
Gli occhiali sono dotati di una videocamera miniaturizzata per acquisire le immagini ed un’antenna che invia i dati ed i comandi di stimolazione all’impianto. La VPU converte le immagini video in comandi di stimolazione e puo’ essere indossata. Il cavo collega gli occhiali alla VPU.
Il Sistema Argus II funziona convertendo le immagini video in stimolazioni elettriche. Queste attivano le cellule della retina che a loro volta trasmettono, attraverso il nervo ottico, il segnale al cervello ove è percepito come luce.
Il Sistema Argus II è inteso a fornire una stimolazione elettrica della retina al fine di indurre una percezione visiva in soggetti con una gravissima riduzione della vista.
Il Sistema Sistema Argus II è indicato per soggetti rispondenti ai seguenti criteri:
- Adulti di almeno 25 anni di età.
- Affetti da degenerazione della retina esterna da grave a profonda.
- Aventi una qualche percezione luminosa residua. Se la percezione luminosa residua è assente, la retina deve essere comunque in grado di rispondere alla stimolazione elettrica.
Camposampiero, lì 4 marzo 2015