La faccia, vera rivelatrice dell’età biologica di ogni individuo
La leggenda vuole che la grande attrice Anna Magnani, rivolgendosi alla propria truccatrice, disse: “Non mi coprire nemmeno una ruga.
Ci ho messo una vita a farmele”. Dal cinema neorealista il concetto è arrivato fino in Cina, dove un gruppo di ricercatori ha scoperto che le caratteristiche del viso si modificano non solo con il passare del tempo ma anche con il decisivo contributo di stati patologici. Tanto che, come affermano in uno studio su Cell Research, tracciare in 3D la morfologia del viso, e le sue variazioni, può funzionare da marcatore dell’avanzamento delle malattie. E con buona approssimazione anche dell’età biologica.
Ogni viso, insomma, porta i segni della storia di ogni persona. Non si parla solo di rughe ma dello spostamento o del cambio di dimensione di alcune parti della faccia. Nella loro ricerca gli scienziati cinesi hanno utilizzato una speciale telecamera, chiamata 3dMDface System, con la quale hanno catturato le caratteristiche morfologiche dei visi di 332 persone. I soggetti, di età variabile tra i 17 e i 77 anni, sono stati sottoposti, contemporaneamente, anche ad analisi del sangue.
Le immagini raccolte hanno permesso di osservare, con l’aumentare dell’età delle persone o con l’aggravamento delle condizioni di salute, l’allargamento della bocca e della base del naso, e il restringimento della fronte. La distanza tra naso e bocca, inoltre, aumenta nel tempo, mentre gli angoli esterni degli occhi tendono ad abbassarsi. In conseguenza del cambio della distribuzione del grasso sottocutaneo anche la forma generale del viso tende a modificarsi, diventando meno sottile mano a mano che il tempo procede.
I ricercatori sono andati oltre la semplice stima basata sui centimetri. La valutazione scientifica è stata affidata a un modello matematico che è stato creato ad hoc per calcolare l’età biologica delle persone prese in esame, potendola confrontare con quella anagrafica. Nel sistema sono stati caricati i valori medi delle posizioni dei diversi punti del viso e la data di nascita è stata utilizzata, come punto di riferimento.
Nelle persone che hanno partecipato allo studio il sistema 3D ha misurato un’età biologica più elevata in presenza di aumentati livelli di colesterolo (cattivo) di tipo Ldl. Nel sangue dei soggetti giudicati biologicamente più anziani, inoltre, è stato rilevato un ridotto valore di albumina, una proteina che si distribuisce nel plasma e gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio dei liquidi nei tessuti. La sua produzione avviene nel fegato e, di conseguenza, la riduzione della sua concentrazione indica un danno a livello epatico che al livello del viso può concretizzarsi in un invecchiamento precoce.
Gli autori di ricerca ritengono questi risultati importanti perché potrebbero fornire ai clinici uno strumento in più per personalizzare le terapie con maggior precisione. In prospettiva, una volta reso affidabile lo strumento, si potrebbe anche pensare a una parziale sostituzione degli esami di laboratorio. Gli scienziati cinesi hanno comunque specificato che ulteriori test andranno effettuati per confermare i dati ottenuti in questo caso, anche in gruppi etnici diversi dalla popolazione cinese.