Tumori: vaccino ‘ad personam’ contro le mutazioni genetiche che predispongono
Nel dubbio ha fatto bene perche’ con il cancro non si scherza ma, forse, Angelina Jolie ha avuto troppo fretta nel farsi rimuovere seni ed ovaie per la sua predisposizione genetica (Brca) familiare accertata a quel tipo di cancro.
Negli Usa, infatti, e’ stato sperimentato un vaccino ‘ad persona’ contro il cancro che ha gia’ dato risultati piu’ che incoraggianti. Si tratta non di un vaccino universale (come quello per morbillo o la poliomielite) ma di uno ‘strumento’ che va messo a punto su misura (in media ci vogliono tre mesi) per il singolo paziente, in cui il sistema immunitario viene istruito ad eliminare le aberrazioni genetiche all’origine della forma tumorale. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato su Science in base ai teste su tre volontari nei quali si e’ riusciti ad addestrare il sistema immunitarie a combattere – per ora – il cancro della pelle. I ricercatori delle universita’ di St. Lois e Oklahoma City ritengono si tratti di “un passo significatico” verso lo sviluppo di vaccini anti-tumorali personalizzati per molte forme di tumore, anche se, hanno sottolineato: “Ci troviamo in una fase estremamente iniziale dei test”.
Si e’ partiti dal cancro della pella perche’ i raggi Uv del sole possono mutare le cellule della pelle in un letale melanoma proprio danneggiando la struttura del Dna ed i tumori, da punto di vista genetico, sono un autentico caos, perche’ contengono centinaia di mutazioni casuali diverse in ogni paziente.
Mutazioni che possono cambiare quelle proteine sulla superficie dalle cellule che agiscono come ‘bandierine identificative’. Il sistema messo a punto dai ricercatori si basa su un algoritmo che analizza le nuove bandierine mutate, conosciute tecnicamente come antigeni, decidendo quali di queste debbono essere i bersagli preferenziali per il vaccino.
Delle tre persone trattate, che nel 2013 avevano un melanoma in stadio avanzato, una ha avuto una totale remissione del cancro ed e’ ora completamente guarita; una e’ ancora viva ed il tumore e’ stabile; il terzo paziente si e’ visto ridurre il tumore nei primi mesi dopo l’inoculazione del vaccino prima qche questo tornasse alle sue originali dimensioni ma da allora e’ stabile.
La priorita’ del team, come in tutte le tecniche sperimentali, era testate la sicurezza del vaccino per essere sicuri che non provocasse reazioni una risposta immunitaria ostile. I problemi da risolvere sono molti ma i ricercatori ritengono il vaccino personalizzato un’opportunita’ promettente. Potrebbe anche rivelarsi efficace nei tumori al seno e alle ovaie in donne con mutazioni Brca (gene oncosoppressore che codifica la proteina di suscettibilita’ al cancro della mammella) proprio quelle nel patrimonio genetico della Jolie.