Sigarette elettroniche: sempre più diffuse tra i giovani, ma si parla del danno ai polmoni?
L’allarme dal congresso dei pediatri Usa. Piacciono sempre di più narghilé e sottili sigari. Abitudini che mettono a rischio la salute dei più giovani
Sigarette elettroniche sempre più di moda fra i ragazzi. Ma possono danneggiare i polmoni
Sempre più diffuse fra i ragazzi le sigarette elettroniche che recentemente sono diventate una moda in diversi paesi
IL FUMO dei giovani si trasforma: non più solo sigarette ma molta e-cig, narghilé e sottili sigari. Così dagli ultimi studi presentati a fine aprile al congresso americano dei pediatri (Pas, Pediatric Academy Socities). “La sigaretta elettronica preoccupa: c’è nicotina aggiunta e il vapore può creare danni ai polmoni”, sentenzia il principale autore degli studi presentati Jonathan D. Klein, direttore del Centro di eccellenza Julius B. Richmond. I dati raccolti provengono da 142 pediatri e 10.405 teenager sull’uso del tabacco. Il 22% degli adolescenti fuma sigarette, 13% narghilé, 10% sigaretta elettronica ma nel 2014 era già all’11% con un balzo dal 2012 del 3%. Altri dati dallo studio citato dalla Fda, relativo al 2012, riportano un consumo tra i ragazzi delle scuole secondarie di sigari e sigarilli intorno al 12,6%.
Primo passo verso la dipendenza. Ancora più allarmanti, invece, i dati del British Medical Journal che rilancia il report dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) tra il 2013 e il 2014: l’uso dell’ e-cig tra gli adolescenti delle scuole si sarebbe triplicato (dal 4,5% al 13,4%), sorpassando i prodotti tardizionali come sigari e sigarette. Un balletto di cifre basato su stime. Contro la moda della sigaretta elettronica tra i giovanissimi e la mancanza di regolamentazione negli Usa si scagliano i pediatri (una review appena apparsa su Pediatric Allergy, Immunology, and Pulmonology, ha l’emblematico titolo “Sigaretta elettronica: vulnerabilità dei giovani”). “Una porta aperta alla dipendenza”, segnalano gli autori della review.
Mentre a maggio si prepara la tradizionale Giornata mondiale contro il tabacco (fissata dall’Oms domenica 31), emergono allarmi sul fumo nei paesi a basso e medio reddito dove esistono poche campagne e limitazioni anti-tabacco. E intanto dalla conferenza europea sul polmone si segnala quanto poco influiscono le campagne anti-fumo, vista la sottovalutazione dei rischi quando si consumano poche sigarette al giorno.
Se fumo poco? Fumare qualche sigaretta al giorno, massimo dieci, non fa poi così male: è la convinzione emersa in oltre un terzo degli intervistati, nonostante tutte le campagne anti fumo avviate, da un survey francese (1602 persone, età 40-75 anni) presentato a Ginevra all’ European Lung Cancer Conference (ELCC), la conferenza europea sui polmoni. “Il 34% degli intervistati”, ha detto l’oncologo Laurent Greillier, Hopital Nord di Marsiglia, che ha presentato i risultati alla conferenza, “crede erroneamente che un consumo fino a 10 sigarette al giorno non sia associato ad alcun rischio di cancro al polmone. E solo il 50% ha risposto che non esiste alcuna sigaretta “sana” o sicura da rischi” . E’ curioso, ha commentato l’oncologo, “sembra che la gente sia attenta ai pericoli del tabacco ma sembra considerare i rischi non per se stessi ma solo per gli altri”.
“Rischi sottovalutati”. Carolyn Dresler, membro del board dell’International Association for the Study of Lung Cancer, sostiene che il fenomeno è internazionale, si sottovalutano i rischi. “Per i polmoni molto dipende dalla durata dell’abitudine al fumo e, ovviamente, dal numero di sigarette. Ma il rischio cardiovascolare inizia da una sigaretta al giorno. Questa survey dimostra che c’è molto ancora da lavorare”.
Consumi. Le vendite di tabacco negli ultimi 25 anni sono passate da 5 miliardi di sigarette a 6 trilioni, secondo le stime aggiornate. In dieci anni (2000 – 2011) le vendite di sigari sono raddoppiate negli Usa (da 6,2 miliardi a 13,7 miliardi) mentre la contrazione di consumo di sigarette è stata di un terzo. Anche un editoriale sul British Medical Journal segnala che recentemente le vendite globali di sigarette sarebbero diminuite ma che le aziende del tabacco sono tutt’altro che rassegnate alle politiche di limitazione. Anzi. Persino la sigaretta elettronica, secondo il Bmj, sembra essere un incoraggiamento al fumo o a una normalizzazione di questo atteggiamento tra i giovani. Le Big del tabacco si propongono ormai come “player” nel dibattito sulla salute pubblica. Nella stessa rivista una metanalisi su 25 studi sui danni causati da fumo negli adulti più avanzati nell’età (gruppo poco studiato) segnala che i fumatori hanno un rischio quasi doppio di mortalità cardiovascolare e di eventi acuti che riguardano le coronarie rispetto ai non fumatori. Infine c’è da registrare uno studio ( sul giornale online BMC Public Health) di ricercatori della Fda statunitense che segnala quanto il fumo del sigaro abbia gli stessi rischi delle sigarette (metanalisi di 22 studi negli Usa e in Europa): cancro alla bocca, all’esofago, laringe, pancreas, polmone e problemi cardiaci e aneurismi.