Traumi al polso: i segnali da non trascurare

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  Il 30% dei traumi riscontrati al pronto soccorso, interessano la mano o il polso. Le donne sono le più soggette.La dottoressa Simona Odella, specializzata in Chirurgia della mano e del polso, spiega come comportarsi in caso di gonfiori e dolori in seguito a una caduta, quali complicanze possono insorgere e come si interviene. Il 21 e 22 maggio, all’Istituto Pini, un convegno sull’argomento.

Milano, 18 maggio 2015 – A volte basta una caduta in bici, o a piedi, mentre si va a fare la spesa. La mano, appoggiata a terra per parare l’urto, mal sopporta il peso del corpo e il polso ne paga le conseguenze. Sono tante le donne, soprattutto dopo la menopausa (periodo in cui le ossa sono più fragili e a rischio osteoporosi) a fratturarsi questa regione del corpo in seguito a una banale caduta.

Per questo è meglio sempre farsi visitare al pronto soccorso non appena si manifestano gonfiore o dolore  – spiega la dottoressa Simona Odella, medico specializzato in chirurgia della mano e del polso dell’Istituto Ortopedico Gaetano Pini -. Anche se si muove, il polso  potrebbe essere rotto, quindi è necessario non trascurare alcuni sintomi. Tra questi si può manifestare una irregolarità irregolarità del profilo del polso dovuta alla frattura del radio, accentuata dal gonfiore, chiamata ‘deformità a dorso di forchetta’“. 

Il consiglio non è  correre immediatamente al pronto soccorso – aggiunge Odella – . Se capita di farsi male di notte  e  la vascolarizzazione e la sensibilità sono valide, si può aspettare fino al mattino successivo. Dall’altra parte però, se si aspetta troppo tempo senza farsi visitare, si rischiano limitazioni nel movimento e persistenza del dolore”.

In ospedale si procede all’adeguato trattamento, che può essere conservativo (quindi il gesso), oppure chirurgico (intervento al polso).

Dopo aver messo il gesso la mattina successiva è necessario tornare all’ospedale per un controllo del circolo sanguigno. Nel caso in cui si verifichino gonfiori, formicolii o scarsa vascolarizzazione, il gesso viene fissurato per ridurre la pressione e mantenere una buona circolazione” commenta la dottoressa.

Dopo l’intervento è fondamentale la rieducazione funzionale con il fisioterapista, dopo un’adeguata visita con il medico fisiatra. A volte però possono subentrare successive complicanze e algodistrofia (molto dolore, gonfiore e arrossamento). “Per questo è sempre necessario seguire il paziente dopo il trauma o l’intervento, al fine di evitare le cosiddette complicanze”, precisa Simona Odella. Questo argomento sarà proprio il tema cardine del convegno “The wrist days – le complicanze dei traumi del polso. Prevenzione e trattamento”, in programma all’Istituto Pini il 21 e 22 maggio. Medici ortopedici, fisiatri e fisioterapisti faranno il punto e si confronteranno sulle tecniche per evitare le complicanze e per trovare linee guida condivise, e con l’obiettivo di riconoscere queste complicazioni a carico del polso in modo tempestivo. 

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