Cancro alla prostata: team di esperti multidisciplinari per approfondimento
Il paziente colpito da tumore della prostata deve essere assistito da un team multidisciplinare di piu’ specialisti e non da un singolo medico.
Questo approccio consente di migliorare l’assistenza e riduce gli sprechi legati a cure ed esami inutili. Lo ribadisce un lavoro appena pubblicato su “Critical Reviews in Oncology and Haematology” e che oggi viene discusso dagli oltre 600 camici bianchi, riuniti a Roma, per il 25° congresso nazionale dalla Societa’ Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO). Gli specialisti lanciano un appello: la multidisciplinarieta’ in uro-oncologia deve diventare al piu’ presto una consuetudine anche nel nostro Paese. “La collaborazione tra urologi, oncologi medici e oncologi radioterapisti, anatomopatologi, psicologi e medici nucleari non deve essere piu’ un’opzione ma un obbligo – afferma Giario Conti, Presidente nazionale della Siuro -. Da una medicina basata sul singolo specialista si deve arrivare alla scelta della migliore terapia attraverso l’analisi e il confronto di piu’ professionisti”.
“Per rendere davvero possibile la multidisciplinarieta’ e’ necessario riorganizzare le nostre strutture sanitarie tenendo conto dell’esperienza delle Breast Unit – commenta Riccardo Valdagni, presidente eletto Siuro”.. In Italia 8 pazienti su 10 colpiti da tumori urogenitali sopravvivono alla malattia. Per dimostrare che e’ possibile vincere questa sfida la SIUrO presenta al suo congresso nazionale il libro un’esperienza chiamata cancro. Nel nostro Paese i tumori urogenitali colpiscono oltre 76500 persone l’anno e rappresentano il 20% di tutte le neoplasie diagnosticate.
“L’innovazione in oncologia ha portato a cure sempre piu’ efficaci che consentono di contrastare le neoplasie limitando il piu’ possibile gli effetti collaterali delle terapie – afferma Gigliola Sica, presidente onorario del XXV congresso Siuro -. Il tumore della prostata colpisce ogni anno 36mila italiani e si tratta in assoluto del piu’ frequente tra la popolazione maschile del nostro Paese e dell’intero Occidente.
Fino a pochi anni fa la malattia avanzata, o la recidiva, veniva combattuta solo col la terapia ormonale. Oggi esistono nuovi ed eccellenti medicinali, sia chemioterapici che radio-farmaci, che hanno cambiato radicalmente le prospettive, anche per la fase metastatica”.