Superbatteri: nuova molecola a forma di stella per combattere l’antibiotico-resistenza
Potrebbe far compiere notevoli passi avanti alla lotta contro l’antibiotico-resistenza
Realizzata una molecola capace di uccidere i “superbatteri”, ossia i microbi resistenti agli antibiotici.
A produrla, nel corso di uno studio pubblicato sulla rivista Nature Microbiology, sono stati i ricercatori dell’Università di Melbourne (Australia) coordinati da Greg G. Qiao, che afferma: “Si stima che entro il 2050 l’aumento dei superbatteri causerà fino a dieci milioni di morti l’anno. Oltre tutto, negli ultimi 30 anni sono stati sviluppati solo uno o due nuovi antibiotici”.
Attualmente l’unico trattamento capace di sconfiggere le infezioni causate dai batteri è la terapia antibiotica. Tuttavia, nel corso del tempo numerosi microbi hanno sviluppato la capacità di mutare struttura per resistere all’azione dei farmaci, rendendo quindi inefficace il trattamento. Questi microrganismi sono stati ribattezzati “superbatteri”. Per combatterli, gli scienziati australiani hanno messo a punto una molecola chiamata Snapps (Structurally nanoengineered antimicrobial peptide polymers), che sarebbe in grado di distruggerne le difese.
La particella, che ha la forma di una stella, è un peptide polimerizzato, ossia un composto organico derivante dall’unione di due o più molecole di amminoacidi, che formano una catena con parti uguali che si ripetono in sequenza. Secondo gli studiosi, Snapps sarebbe in grado di penetrare la parete dei batteri Gram-negativi – una classe di microbi fortemente inclini a sviluppare la resistenza agli antibiotici – e di eliminarli. Inoltre, non sarebbe tossica per l’organismo.
Gli esperimenti condotti sugli animali hanno dimostrato che la nuova molecola è efficace nell’uccidere i superbatteri, e che questi non sarebbero in grado di mutare per resistere alla sua azione. In particolare, gli esperti hanno osservato che Snapp è capace di eliminare i batteri attraverso percorsi multipli, mentre la maggior parte degli antibiotici lo fa attraverso un unico percorso. Tuttavia, prima che il peptide divenga disponibile, occorrono ulteriori ricerche per testarne l’efficacia e la sicurezza sugli esseri umani.