Innovazione, medicina e italiani: un rapporto di fiducia e aspettative. 60 progetti “Made in Italy” e oltre 1 milione di euro per non deluderle.

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GILEAD

Premiati ieri a Milano ricercatori e associazioni pazienti di tutta la penisola per progetti innovativi in ambito scientifico, sociale e digitale.

Una risposta ai bisogni dei malati di patologie gravi e alle aspettative degli italiani in tema di innovazione e nuove tecnologie.

 

Milano, 13 ottobre 2016 – Innovazione, tecnologie digitali e medicina: gli italiani (quasi 7 su 10) le conoscono, ci credono, ma vogliono di più. Soprattutto per migliorare la qualità di vita dei malati e la relazione medico-paziente e non solo per trovare nuovi farmaci e terapie. Conoscono le innovazioni digitali verso le quali hanno grandi attese per la qualità di vita e la cura delle persone malate. Ma, inaspettatamente, conoscono e si attendono di più dalle cartelle cliniche informatizzate e dalla telemedicina che dalle App, il dispositivo digitale forse più diffuso (se ne contano quasi 100.000 dedicate a salute e benessere) ma evidentemente ancora troppo poco, almeno in ambito medico.

GILEADSono le aspettative dei connazionali messe in luce dall’indagine GFK Eurisko-Gilead presentata alla premiazione dei vincitori 2016 dei tre bandi di concorso per Ricercatori e Associazioni pazienti promossi da Gilead in Italia: Fellowship Program, Community Award e Digital Health Program. Tre iniziative per promuovere progetti innovativi nel campo della ricerca scientifica, delle comunità di pazienti e delle tecnologie digitali che migliorino, nel medio-breve termine, qualità di vita e assistenza terapeutica dei pazienti affetti da HIV, Epatiti, Infezioni Fungine Invasive e Patologie Oncoematologiche.

58 i vincitori di quest’anno ai quali è stato assegnato oltre 1.4 milioni di euro per progetti, ad alto contenuto di innovatività, da realizzare entro i prossimi 18 mesi. A selezionare i vincitori, tra quasi 180 candidati, tre Commissioni di esperti indipendenti.

 

Innovazione in medicina e italiani: conoscenza, fiducia e aspettative

 

Il 70% degli italiani conosce le innovazioni e le tecnologie digitali in ambito medico (tra queste cartelle cliniche informatizzate, farmaci biologici, telemedicina, App). Ritiene che abbiano fatto e stiano facendo molto per le persone malate, ma crede anche che possano e debbano fare di più.

Il campione intervistato si aspetta infatti miglioramenti nell’ambito della diagnosi e della cura delle malattie (diagnosi molto precoci, con metodi poco invasivi, assistenza integrata di diversi specialisti) così come nell’ambito di sviluppo di farmaci più efficaci e meglio tollerati. Ma vi è una forte aspettativa anche in altre due aree, quella del miglioramento della qualità di vita del paziente e quella della relazione con il medico, ambiti in cui innovazione e tecnologia digitale hanno fatto ancora troppo poco.

Esami e terapie a casa, prescrizioni online, farmaci a domicilio sono quello che ci si aspetta di più per quanto riguarda il miglioramento della qualità di vita. Grandi aspettative, soprattutto da parte delle persone malate e dai loro famigliari, sono riposte inoltre in una sempre maggiore diffusione delle cartelle cliniche informatizzate e della telemedicina. Gli italiani confidano che queste due innovazioni possano realmente contribuire a ridurre l’impatto della malattia sulla vita del paziente e dei sui famigliari. Minori aspettative invece sono riposte nelle App, forse troppo poco ancora diffuse e “certificate” in ambito medico nonostante il grande numero presente negli store. Sul fronte della relazione medico-paziente, le aspettative sono soprattutto verso la possibilità di comunicare attraverso dispositivi digitali (skype, whatsapp), consentendo anche l’invio dei propri dati clinici. Gli italiani non vogliono però essere visitati e curati a distanza, ma attivare un canale tra medico e paziente non alternativo ma complementare a quello tradizionale (reperibilità e attivazione del medico in logica always on).

Ciò che è interessante notare – sottolinea Isa cecchini, Head of GFK Eurisko – è l’aspettativa degli intervistati sull’impatto che innovazione e tecnologie digitali potranno avere non tanto e non solo sullo sviluppo di nuovi farmaci sulla cura del paziente, ma anche soprattutto sulla loro qualità di vita. Un’aspettativa che si coniuga bene con l’obiettivo dei tre Bandi che hanno al centro il paziente e i suoi bisogni.

 

 

Digital Health Program: innovazione digitale “efficace” per il paziente

Il Digital Program rappresenta la novità di quest’anno e la risposta più diretta che Gilead ha dato alla richiesta di innovazione nell’ambito della salute. In questa prima Edizione ha visto la presentazione di oltre 40 progetti, di cui 7 premiati. “Quello che si può constatare è la risposta importante da parte di ricercatori e associazioni a questo nuovo bando, segno che la trasformazione digitale che sta avvenendo nel settore della salute trova terreno fertile. La scelta è ricaduta sui progetti più originali e innovativi tra quelli presentati, peraltro coerenti con i bisogni che emergono dall’indagine di GFK (tra i premiati ad es. telemedicina, rapporto medico paziente e cartelle cliniche informatizzate). Con attenzione a scegliere quelli che potessero garantire una reale efficacia in termini di risultati – sottolinea Eugenio Santoro, Membro della Commissione giudicatrice del Bando e Ricercatore del Laboratorio di Informatica dell’Istituto Mario Negri di Milano – Se è vero che, ad esempio, attualmente tra il 20 e il 30 per cento dei cittadini impiega applicazioni per la salute disponibili sullo smartphone è altrettanto vero che non di tutte è provata l’efficacia con metodo scientifico e rigoroso. Va da sé che va presa in considerazione solo quell’innovazione che può davvero fare la differenza nella gestione della salute scartando quella priva di efficacia. Criterio che è stato considerato nella scelta dei vincitori valutando attentamente come verranno misurati i risultati dei servizi e degli strumenti digitali che verranno realizzati”.

 

Fellowship Program: sostegno alla ricerca innovativa, vitale, competitiva e donna

Al Fellowship Program, giunto alla sua 6a edizione, sono stati presentati quasi 150 progetti da parte di ricercatori appartenenti ad Enti di Ricerca e Cura di tutto il paese (Ospedali, IRCCS, CNR, ISS). “Il lavoro di selezione – sottolinea il Prof. Massimo Andreoni, membro della Commissione Giudicatrice del Fellowship Program – è stato estremamente impegnativo vista la validità e l’innovatività scientifica di tutte le proposte presentate. Un conferma ulteriore dello stato di salute della ricerca italiana, peraltro all’altezza di quella internazionale come è emerso dai lavori proposti”. 40 i progetti selezionati con una valida rappresentanza di donne (il 50%). Guardando alla fascia under 40, 7 degli 8 progetti premiati sono stati presentati da donne. “Siamo convinti che lo sviluppo dei progetti selezionati – continua il Prof. Andreoni – porterà ad un miglioramento delle attuali opportunità in termini di qualità della vita per le persone che affrontano patologie così complesse come l’infezione da virus HIV, l’epatite C o le infezioni fungine gravi”.

 

Community Award: risposte originali e innovative alle “vere” esigenze di assistenza dei pazienti

Sono 32 i progetti presentati al Community Award che si sommano agli oltre 90 presentati nei quattro anni del premio. “Ciò che emerge osservando le proposte delle Comunità è come queste affrontino gli aspetti principali dell’assistenza del malato, consentendo così di delineare in modo molto netto le vere esigenze che le patologie croniche inducono nella quotidianità del paziente. – ha sottolineato Marco Simonelli, esperto in programmi HIV/AIDS e membro della Commissione Giudicatrice del Community Award – Tra queste il rapporto con la struttura sanitaria, con la società, con la famiglia. Esigenze a cui le associazioni sono in grado di rispondere in modo originale e innovativo, sollecitate anche dalla modalità competitiva insita nel bando: progetti di gioco terapia per bambini affetti da tumore, iniziative specifiche per i long-survivors con HIV, progetti originali per l’accesso rapido a test diagnostici, medicina narrativa per chi soffre di talassemia. Alcuni progetti costituiscono peraltro modelli potenzialmente esportabili anche per il sostegno dei pazienti di altre patologie croniche. Nella scelta dei vincitori proprio l’innovatività, insieme alla fattibilità e all’esperienza dell’associazione, è uno dei criteri fondamentali di selezione”.

 

Cura e qualità di vita, l’impegno di Gilead

Siamo orgogliosi di aver dato vita a queste tre iniziative che rispondono a quello che è il nostro obiettivo, migliorare le terapie e la qualità di vita dei pazienti – sottolinea Bob Roosjen, General Manager di Gilead Sciences Italia. Ci impegniamo quotidianamente nella ricerca e lo sviluppo di soluzioni terapeutiche innovative in grado di offrire una prospettiva diversa ai pazienti. Crediamo, però, che per raggiungere questo obiettivo sia fondamentale la collaborazione assidua con le istituzioni, i ricercatori e le Comunità di pazienti, impegnati ogni giorno ad assicurare migliori condizioni di vita alle persone malate. E’ per questo che abbiamo dato vita a questa iniziativa, che resta un pilastro fondamentale nella nostra collaborazione con i centri e le comunità italiane”.

 

 

Informazioni su Gilead Sciences

Gilead Sciences, Inc. è una società biofarmaceutica basata sulla ricerca e impegnata nella scoperta, sviluppo e commercializzazione di terapie innovative in aree terapeutiche nelle quali vi siano ancora esigenze mediche non soddisfatte. Dalla sua fondazione a Foster City (California) nel 1987, Gilead è diventata una delle più importanti aziende biofarmaceutiche del mondo, forte di un portfolio di prodotti in rapida espansione, di una pipeline di farmaci sperimentali in costante crescita e di 8.300 collaboratori presenti in 30 Paesi.

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