MENO INFEZIONI GRAZIE ALLE MATRICI FERMENTATE
I dati preliminari di nuovi studi presentati oggi al XXII Congresso Nazionale della Società Italiana di Neonatologia
Napoli, 14 ottobre 2016 – La nutrizione nei primi anni di vita rappresenta un aspetto di primaria importanza nel favorire lo sviluppo del sistema immunitario e nel potenziarne l’attività. Le matrici fermentate con microrganismi accuratamente selezionati costituiscono una promettente ed innovativa frontiera nel campo dell’alimentazione pediatrica. Il latte fermentato con il batterio di origine umana Lactobacillus Paracasei CBA L74, infatti, si è dimostrato in grado di ridurre le infezioni. Lo evidenziano i dati degli studi presentati oggi al Congresso SIN (Società Italiana di Neonatologia) in corso a Napoli. Questi risultati si aggiungono alle evidenze, già pubblicate e divulgate nella primavera di quest’anno, di un ampio progetto di ricerca condotto in Italia con il coinvolgimento dello IEO e delle Università di Napoli, Milano e Palermo, il quale ha dimostrato che le matrici fermentate con L. Paracasei CBA L74 riducono il numero medio di infezioni nei bambini in età prescolare, e abbattono di conseguenza il ricorso ai medici, l’utilizzo di antibiotici e i giorni di assenza da scuola.
“La possibilità di modulare, tramite le matrici fermentate, la risposta immunitaria potrebbe rivestire grande rilevanza anche nel periodo neonatale, caratterizzato da immaturità del sistema immune, che rende il neonato, soprattutto quello pretermine, a elevato rischio di sviluppare infezioni” spiega il professor Fabio Mosca, Direttore dell’Unità Operativa di Neonatologia e TIN della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano. “È noto come l’allattamento con latte materno favorisca lo sviluppo delle capacità immunologiche del neonato, con un minor rischio di sviluppare infezioni sia a carico dell’apparato gastrointestinale che di altri apparati.
Per valutare l’ effetto biologico dei latti formulati addizionati con le matrici fermentate, che presentano il rilevante vantaggio di non esporre il neonato a batteri vivi (probiotici), stiamo effettuando uno studio nel neonato a termine, misurando nelle feci alcune sostanze immunologicamente attive (defensine, catelecidine, IgA), confrontando un gruppo di neonati allattato al seno (gold standard di confronto), un gruppo allattato con latte formulato addizionato di matrici fermentate e un gruppo allattato con latte formulato standard. I risultati preliminari sembrano confermare un positivo effetto biologico delle matrici fermentate nel neonato a termine, aprendo la possibilità di valutarne in futuro l’efficacia anche nel neonato pretermine, per la prevenzione dell’enterocolite necrotizzante”.
Il latte fermentato con il batterio di origine umana Lactobacillus Paracasei CBA L74 è già stato sperimentato con successo in un’ampia popolazione di bambini in età prescolare nel corso di una ricerca multicentrica interamente “made in Italy”, che ha visto coinvolte l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Università degli Studi di Palermo e quella di Milano. “Come è noto i bambini, specie se di età inferiore ai 4 anni e nel periodo invernale, presentano un rischio fino a 4 volte maggiore di sviluppare infezioni a carico del tratto respiratorio e gastrointestinale”, illustra il professor Roberto Berni Canani, del Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che ha coordinato lo studio. “A seguito del processo di fermentazione del latte ad opera del Lactobacillus paracasei CBA L74, vengono rilasciate particolari sostanze benefiche, dette ‘postbiotici’, che si sono dimostrate in grado di stimolare positivamente il sistema immunitario. Grazie all’assunzione del nuovo alimento abbiamo osservato una drastica riduzione del numero di infezioni, dell’impiego di farmaci e di giorni di assenza da scuola per il bambino e dal lavoro per i genitori”.
Indicazioni importanti in tal senso erano già state ottenute nell’ambito di studi preclinici sulle matrici fermentate. “Le matrici fermentate si ottengono a seguito del processo di fermentazione svolto da batteri benefici per il nostro organismo, i probiotici”, spiega la professoressa Maria Rescigno dell’Università degli Studi di Milano, Direttore dell’Unità di Immunologia delle Cellule Dendritiche presso l’Istituto Europeo di Oncologia. “Quando un alimento viene fermentato da un batterio genera metaboliti chiamati ‘postbiotici’. Attraverso studi in vitro abbiamo riscontrato che i postbiotici de¬rivati dalla fermentazione del latte con L. paracasei CBA L74 sono in grado di svolgere un’attività antiinfiammatoria, regolando la produzione di due citochine chiave per il sistema immunitario. Le matrici fermentate, inoltre, si sono dimostrate efficaci nel modificare le nostre mucose proteggendole dagli agenti infettivi”.
Il percorso di ricerca che ha portato allo sviluppo della matrice di latte fermentato con L. Paracasei CBA L74 ha visto la partecipazione del mondo ospedaliero, di quello accademico e anche il fondamentale coinvolgimento dei pediatri di famiglia. “Oggi la nutrizione è una frontiera imprescindibile per la pediatria e per la neonatologia”, dichiara il professor Giovanni Corsello, Presidente della Società Italiana di Pediatria e Direttore della Clinica Pediatrica e Neonatologia dell’Università degli Studi di Palermo. “Sulla qualità dell’alimentazione dei bambini si gioca il futuro della loro salute. È quindi cruciale valorizzare quanto più possibile la ricerca scientifica in ambito nutrizionale. Uno degli ambiti di studio più interessanti riguarda il microbioma, quella popolazione di batteri che ricopre le nostre mucose, in particolare quelle intestinali, e che incide non solo sull’assorbimento dei nutrienti ma anche sul funzionamento del sistema immunitario. E la strategia di ricerca più efficace è sicuramente quella che passa attraverso collaborazioni multidisciplinari. A questo proposito, gli studi sulle matrici fermentate, che si sono dimostrate capaci di influenzare la risposta del sistema immunitario migliorando le difese del bambino, rappresentano un esempio virtuoso. Occorre sicuramente proseguire su questa strada, con ulteriori studi e approfondimenti”.