Lavorava anche di sabato: sospeso il primario di ginecologia. Le Società scientifiche dei ginecologi e degli ostetrici chiedono alla ASST di differire la sanzione

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Milano, 28 novembre 2017 – Le Società scientifiche SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia), AOGOI (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani) e AGUI(Associazione Ginecologi Universitari Italiani) non condividono il provvedimento disciplinare – della sospensione per due mesi – che la ASST di Lecco ha adottato nei confronti del Direttore dell’UOC di Ostetricia e Ginecologia del Presidio Ospedaliero di Merate (LC), dottor Gregorio del Boca. Le stesse Società Scientifiche chiedono che l’applicazione della sanzione sia differita all’esito della decisione finale da parte della competente Magistratura del Lavoro, già investita della questione.

I termini delle contestazioni mosse al dottor Del Boca sono chiari: per accelerare i tempi di attesa a beneficio delle pazienti in lista per interventi minori – quali le isterosuzioni di aborti ritenuti – egli utilizzava, nella giornata di sabato o fuori dagli orari previsti, le sale operatorie dell’ospedale di Merate (LC) destinate agli interventi di emergenza-urgenza.

Tutto ciò con il tacito assenso della direzione dell’ospedale e senza alcun intralcio alle attività di urgenza. La sospensione per due mesi appare quindi una misura eccessiva, fondata sulla semplice violazione di regole aziendali, che non essendo direttamente legate alla necessità di tutelare la salute dei pazienti, appaiono superabili dalla scelta del clinico, che in scienza e coscienza ha ritenuto di dover operare anche al di fuori dei tempi e degli spazi consentiti. Un’esigenza condivisibile, soprattutto alla luce delle notevoli implicazioni psicologiche legate ai piccoli interventi che il dottor del Boca effettuava negli spazi dell’emergenza-urgenza, le quali di certo non suggeriscono di protrarre a lungo le attese delle pazienti.

Al di là del merito della vicenda – commenta il Professor Giovanni Scambia, presidente SIGO – contestiamo la scelta di decapitare una struttura di Ostetricia e Ginecologia a ridosso delle ferie natalizie, che sono uno dei periodi di maggior debolezza per i nostri reparti e per gli ospedali italiani in genere. Oltre a ciò, questo provvedimento disciplinare rischia di comunicare un principio demotivante e pericoloso: che la burocrazia aziendale prevalga sulle scelte consapevoli dei medici, anche quando queste non confliggono con la tutela della salute e siano anzi improntate a responsabilità e spirito di servizio

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