Fernando Aiuti: un esempio prezioso per chi ha a cuore la tutela della salute
“Se oggi l’infezione da HIV non è più una condanna inappellabile lo si deve anche a Fernando Aiuti e alla sua instancabile attività di medico e ricercatore” dice il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Andrea Mandelli. “E allo stesso modo è grazie alle sue capacità di comunicatore della scienza e alla sua umanità se si è potuto ridurre significativamente lo stigma che agli esordi caratterizzava questa malattia. La sua scomparsa lascia un vuoto nel panorama scientifico italiano, ma anche un esempio prezioso per tutti coloro che operano per la tutela della salute”. FOFI
(ANSA) È morto l’immunologo Fernando Aiuti, pioniere della ricerca e della lotta contro l’Aids. Era ricoverato al Policlinico Agostino Gemelli di Roma. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla morte del’immunologo Fernando Aiuti in cui non si esclude l’ipotesi del suicidio.
Una caduta di oltre dieci metri nella tromba delle scale adiacenti al reparto di medicina generale del policlinico Gemelli. Il corpo del professore Fernando Aiuti è stato trovato intorno alle 11 riverso sul pavimento dopo una caduta dal quarto piano del reparto dove si trovava ricoverato. E’ quanto emerge dal sopralluogo svolto dal pm Laura Condemi, titolare dell’indagine avviata in Procura sulla morte dell’immunologo. Non sono state individuate tracce ematiche né sulla balaustra né sulle scale del reparto. Le pantofole di Aiuti erano sul pianerottolo da dove è caduto.
“Il Professore – recita un comunicato del Policlinico – era ricoverato presso il reparto di Medicina Generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS per il trattamento di una grave cardiopatia ischemica da cui era da tempo affetto e che lo aveva già costretto ad altri ricoveri e a trattamenti anche invasivi. Più recentemente il quadro cardiologico si era aggravato evolvendo verso un franco scompenso cardiaco, in trattamento polifarmacologico. La morte è sopravvenuta per le complicanze immediate di un trauma da caduta dalla rampa delle scale adiacente il reparto di degenza”.
Salì agli onori della cronaca nel 1991 quando baciò Rosaria Iardino, sieropositiva da otto anni, per dimostrare che l’Hiv non si poteva contrarre con un bacio.